La nascita dello Stato di Israele nel 1948 ha posto la questione palestinese in una luce radicalmente diversa dal passato rappresentando il perno attorno al quale si è polarizzata la storia del mondo arabo nel secondo dopoguerra. La perdita della Palestina, il problema dei rifugiati negli Stati limitrofi, la nascita dei movimenti di resistenza di matrice laica e religiosa, la condizione di rivolta permanente e gli atti terroristici: tutto questo ha influito sulle politiche degli Stati arabi nel secondo dopoguerra. La portata degli eventi che hanno condotto alla nascita dello Stato di Israele nel 1948, dal punto di vista degli arabi è racchiusa in una sola parola: nakbah, catastrofe. Nella scrittura di quelle vicende c’è un divario profondo tra il punto di vista israeliano e quello dei palestinesi e del resto del mondo arabo. Il dramma palestinese del 1948 ha segnato la coscienza di un popolo, ha suscitato la solidarietà araba e islamica, ma forse necessita ancora, dopo settant’anni, di una narrazione storica, eventualmente anche da sottoporre a critica. Il saggio si concentra sulla percezione araba della vicenda: da una parte, il 1948 ha agito come fattore aggregante d’una nuova percezione identitaria palestinese; dall’altra ha rappresentato un vuoto, un'«assenza» – per usare l’espressione del poeta Mahmud Darwish – che intellettuali, letterati e storici stanno progressivamente colmando con memorie, ricordi, diari, e nuove ricostruzioni storiche che sembrano assolvere al compito di riempire quel vuoto e quell’assenza.

Gli arabi e la nascita dello stato di Israele

Pizzo
2019-01-01

Abstract

La nascita dello Stato di Israele nel 1948 ha posto la questione palestinese in una luce radicalmente diversa dal passato rappresentando il perno attorno al quale si è polarizzata la storia del mondo arabo nel secondo dopoguerra. La perdita della Palestina, il problema dei rifugiati negli Stati limitrofi, la nascita dei movimenti di resistenza di matrice laica e religiosa, la condizione di rivolta permanente e gli atti terroristici: tutto questo ha influito sulle politiche degli Stati arabi nel secondo dopoguerra. La portata degli eventi che hanno condotto alla nascita dello Stato di Israele nel 1948, dal punto di vista degli arabi è racchiusa in una sola parola: nakbah, catastrofe. Nella scrittura di quelle vicende c’è un divario profondo tra il punto di vista israeliano e quello dei palestinesi e del resto del mondo arabo. Il dramma palestinese del 1948 ha segnato la coscienza di un popolo, ha suscitato la solidarietà araba e islamica, ma forse necessita ancora, dopo settant’anni, di una narrazione storica, eventualmente anche da sottoporre a critica. Il saggio si concentra sulla percezione araba della vicenda: da una parte, il 1948 ha agito come fattore aggregante d’una nuova percezione identitaria palestinese; dall’altra ha rappresentato un vuoto, un'«assenza» – per usare l’espressione del poeta Mahmud Darwish – che intellettuali, letterati e storici stanno progressivamente colmando con memorie, ricordi, diari, e nuove ricostruzioni storiche che sembrano assolvere al compito di riempire quel vuoto e quell’assenza.
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