La grave crisi economico - finanziaria, deflagrata negli Stati Uniti a partire dal 2007 quale crisi dei debiti privati si è progressivamente estesa, con un vero e proprio effetto di “contagio”, agli Stati d’Europa, in particolare l’area euromediterranea, sotto forma di crisi dei debiti sovrani. Gli Stati membri dell’eurozona, così come la stessa Unione europea, si sono trovati pressoché impreparati nel fronteggiare una crisi che sembra, ad oggi, non allentare la sua morsa. La competenza degli Stati dell’euro zona in materia di politica economica si innesta profondamente nel processo di cessione della sovranità alle Istituzioni dell’Unione, come risultato di un lungo processo che vide i suoi punti di svolta nell’approvazione, nel 1992, del Trattato di Maastricht e nell’adozione, nel 1997, del Patto di Stabilità e Crescita, intensificatosi successivamente con l’entrata in vigore del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea, nel 2009. Gli Stati membri, dovendo rispondere delle obbligazioni contratte in sede europea, hanno il precipuo compito di garantire la corretta applicazione ed il rispetto della disciplina sovranazionale in ambito interno, svolgendo la funzione di “sorveglianti” nei confronti dei piani intermedi in cui si dipana l’architettura organizzativa statale. La crisi economico - finanziaria è stata l’occasione per lo Stato per riacquisire un ruolo preponderante nell’architettura costituzionale della Repubblica. Non ha pertanto destato particolare sorpresa il fatto che la legge costituzionale 1/2012, introduttiva in Costituzione del principio del c.d. pareggio (rectius: equilibrio) di bilancio, vincolando tutte le amministrazioni pubbliche e gli enti di autonomia ad una stretta osservanza degli obblighi derivanti dall’Unione europea in tema di politiche di bilancio e di finanza pubblica, abbia trasferito la materia “armonizzazione dei bilanci pubblici” dalla competenza concorrente (meglio detto, ripartita) tra lo Stato e le Regioni alla competenze esclusiva dello Stato (art. 117, comma 2, Cost.). Le Regioni e gli Enti locali sono chiamati a svolgere un ruolo di primo piano nell’attuazione degli obblighi derivanti dall’adesione dell’Italia all’Unione europea ed alla zona euro. I loro bilanci, infatti, devono rispettare i parametri imposti allo Stato dalle Istituzioni sovranazionali e dallo Stato con la riforma costituzionale del 2012.

L'impatto del principio del pareggio di bilancio sull'autonomia finanziaria regionale in Italia

Carlo Alberto Ciaralli
2018-01-01

Abstract

La grave crisi economico - finanziaria, deflagrata negli Stati Uniti a partire dal 2007 quale crisi dei debiti privati si è progressivamente estesa, con un vero e proprio effetto di “contagio”, agli Stati d’Europa, in particolare l’area euromediterranea, sotto forma di crisi dei debiti sovrani. Gli Stati membri dell’eurozona, così come la stessa Unione europea, si sono trovati pressoché impreparati nel fronteggiare una crisi che sembra, ad oggi, non allentare la sua morsa. La competenza degli Stati dell’euro zona in materia di politica economica si innesta profondamente nel processo di cessione della sovranità alle Istituzioni dell’Unione, come risultato di un lungo processo che vide i suoi punti di svolta nell’approvazione, nel 1992, del Trattato di Maastricht e nell’adozione, nel 1997, del Patto di Stabilità e Crescita, intensificatosi successivamente con l’entrata in vigore del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea, nel 2009. Gli Stati membri, dovendo rispondere delle obbligazioni contratte in sede europea, hanno il precipuo compito di garantire la corretta applicazione ed il rispetto della disciplina sovranazionale in ambito interno, svolgendo la funzione di “sorveglianti” nei confronti dei piani intermedi in cui si dipana l’architettura organizzativa statale. La crisi economico - finanziaria è stata l’occasione per lo Stato per riacquisire un ruolo preponderante nell’architettura costituzionale della Repubblica. Non ha pertanto destato particolare sorpresa il fatto che la legge costituzionale 1/2012, introduttiva in Costituzione del principio del c.d. pareggio (rectius: equilibrio) di bilancio, vincolando tutte le amministrazioni pubbliche e gli enti di autonomia ad una stretta osservanza degli obblighi derivanti dall’Unione europea in tema di politiche di bilancio e di finanza pubblica, abbia trasferito la materia “armonizzazione dei bilanci pubblici” dalla competenza concorrente (meglio detto, ripartita) tra lo Stato e le Regioni alla competenze esclusiva dello Stato (art. 117, comma 2, Cost.). Le Regioni e gli Enti locali sono chiamati a svolgere un ruolo di primo piano nell’attuazione degli obblighi derivanti dall’adesione dell’Italia all’Unione europea ed alla zona euro. I loro bilanci, infatti, devono rispettare i parametri imposti allo Stato dalle Istituzioni sovranazionali e dallo Stato con la riforma costituzionale del 2012.
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