Nel ventennio che va dal 1870 al 1890, in Italia, l’influenza del modello narrativo di Emile Zola, con annesso corredo ideologico, è notoriamente consistente, non solo lungo la direzione principale del verismo verghiano-capuaniano, ma anche nei convergenti rivoli di una letteratura minore che ambiva alla qualifica di realista. Altrettanto accesso è il dibattito critico tra fautori ed oppositori del naturalismo incarnato emblematicamente dallo scrittore francese. In questo contesto, Gabriele D’Annunzio si ritaglia ben presto il compito da un lato di metabolizzare la lezione zoliana (non ignorando certe sue dirompenti suggestioni) e, dall’altro, di indicare una nuova rotta per la letteratura moderna. L’intervento si propone di rileggere, facendo perno sul rapporto tra D’Annunzio e Zola, questo snodo capitale della letteratura di fine Ottocento.
D'Annunzio, Zola e la frontiera del Naturalismo
Mario Cimini
2020-01-01
Abstract
Nel ventennio che va dal 1870 al 1890, in Italia, l’influenza del modello narrativo di Emile Zola, con annesso corredo ideologico, è notoriamente consistente, non solo lungo la direzione principale del verismo verghiano-capuaniano, ma anche nei convergenti rivoli di una letteratura minore che ambiva alla qualifica di realista. Altrettanto accesso è il dibattito critico tra fautori ed oppositori del naturalismo incarnato emblematicamente dallo scrittore francese. In questo contesto, Gabriele D’Annunzio si ritaglia ben presto il compito da un lato di metabolizzare la lezione zoliana (non ignorando certe sue dirompenti suggestioni) e, dall’altro, di indicare una nuova rotta per la letteratura moderna. L’intervento si propone di rileggere, facendo perno sul rapporto tra D’Annunzio e Zola, questo snodo capitale della letteratura di fine Ottocento.File | Dimensione | Formato | |
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