La ricerca vuole approfondire quei modelli di rappresentazione interdisciplinari della seconda metà del Novecento – il secolo più ricco di rappresentazioni! –, alimentati soprattutto da ‘ibridazioni cul-turali’. In particolare, la ricerca è incentrata su uno fra i primi processi elaborativi multimediali della storia della rappresentazione visiva del secolo scorso: il caso dei Light Show nelle performance psi-chedeliche pop-rock degli anni ‘60. Lo studio tratteggia gli esordi di questo nuovo modello di rap-presentazione del secondo Novecento, attualizzato trasversalmente nei decenni successivi in diversi contesti creativi – naturalmente propensi all’interdisciplinarietà e alla multimedialità – evidenziando i principali autori, le opere e i prevalenti ambiti tematici di sviluppo geografico-culturale. Dallo studio emerge anche il ruolo ‘dialogico’ e conformativo dei vari processi di rappresentazione; un’arte e una scienza che si alimenta di ‘connessioni’, variamente declinate nella storia rispetto a molteplici linguaggi e alle conoscenze tecno-culturali del tempo in cui si attua tale modus operandi. È un’ulteriore con-ferma di come le progettualità che hanno scandito la storia della rappresentazione possono essere considerate (tutte) anche dei “modelli semantici”; rappresentazioni come metafore e sensori dei tempi, esito di ibridazioni culturali (appunto) e complessi ‘riciclaggi estetici’, coscienti dei riferimenti concettuali e visivi, dei metodi e delle tecniche di configurazione.
Rappresentare significa innescare ibridazioni culturali: il caso Light Show ’60 / To represent means triggering cultural hybridizations: the case Light Show ’60
Maurizio Unali
2021-01-01
Abstract
La ricerca vuole approfondire quei modelli di rappresentazione interdisciplinari della seconda metà del Novecento – il secolo più ricco di rappresentazioni! –, alimentati soprattutto da ‘ibridazioni cul-turali’. In particolare, la ricerca è incentrata su uno fra i primi processi elaborativi multimediali della storia della rappresentazione visiva del secolo scorso: il caso dei Light Show nelle performance psi-chedeliche pop-rock degli anni ‘60. Lo studio tratteggia gli esordi di questo nuovo modello di rap-presentazione del secondo Novecento, attualizzato trasversalmente nei decenni successivi in diversi contesti creativi – naturalmente propensi all’interdisciplinarietà e alla multimedialità – evidenziando i principali autori, le opere e i prevalenti ambiti tematici di sviluppo geografico-culturale. Dallo studio emerge anche il ruolo ‘dialogico’ e conformativo dei vari processi di rappresentazione; un’arte e una scienza che si alimenta di ‘connessioni’, variamente declinate nella storia rispetto a molteplici linguaggi e alle conoscenze tecno-culturali del tempo in cui si attua tale modus operandi. È un’ulteriore con-ferma di come le progettualità che hanno scandito la storia della rappresentazione possono essere considerate (tutte) anche dei “modelli semantici”; rappresentazioni come metafore e sensori dei tempi, esito di ibridazioni culturali (appunto) e complessi ‘riciclaggi estetici’, coscienti dei riferimenti concettuali e visivi, dei metodi e delle tecniche di configurazione.File | Dimensione | Formato | |
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