Nel corso degli ultimi decenni la struttura insediativa italiana si è modificata in ragione di nuove dinamiche di aggregazione e di gravitazione, definendo immagini spaziali inedite che sconvolgono i quadri interpretativi consolidati, affermando il ruolo sempre più strategico del sistema urbano intermedio. La tesi è che non tutte le città medie sono uguali: alcune svolgono ruoli gregari e tributari rispetto alle città metropolitane, altre si propongono come alternativa regionale autonoma rispetto ai grandi poli, altre infine svolgono il ruolo di cerniera tra le città metropolitane e i territori marginali delle aree interne. Tutte insieme, però, contribuiscono alla funzionalità complessiva del sistema economico-sociale. Nel ridisegno programmatico del nuovo modello di sviluppo, il riconoscimento del ruolo del sistema urbano intermedio può rappresentare la chiave di lettura capace di riconoscere il valore aggiunto delle città di media dimensione all’interno del programma di riequilibrio complessivo del territorio, in termini di complementarità e sinergia tra aree forti e zone marginali interne. Una rilettura critica di questa situazione in corso di evoluzione è quanto mai utile e opportuna, per ripensare il sistema della governance territoriale e per proporre il definitivo completamento del progetto di riordino istituzionale avviato con la Legge Delrio e mai giunto a compimento, partendo dal ruolo delle Province, fino all’eventuale ridisegno delle Regioni secondo una diversa logica ‘macro-regionale’.
Sistemi urbani intermedi e nuove geografie istituzionali
Antonio Bocca
Primo
2021-01-01
Abstract
Nel corso degli ultimi decenni la struttura insediativa italiana si è modificata in ragione di nuove dinamiche di aggregazione e di gravitazione, definendo immagini spaziali inedite che sconvolgono i quadri interpretativi consolidati, affermando il ruolo sempre più strategico del sistema urbano intermedio. La tesi è che non tutte le città medie sono uguali: alcune svolgono ruoli gregari e tributari rispetto alle città metropolitane, altre si propongono come alternativa regionale autonoma rispetto ai grandi poli, altre infine svolgono il ruolo di cerniera tra le città metropolitane e i territori marginali delle aree interne. Tutte insieme, però, contribuiscono alla funzionalità complessiva del sistema economico-sociale. Nel ridisegno programmatico del nuovo modello di sviluppo, il riconoscimento del ruolo del sistema urbano intermedio può rappresentare la chiave di lettura capace di riconoscere il valore aggiunto delle città di media dimensione all’interno del programma di riequilibrio complessivo del territorio, in termini di complementarità e sinergia tra aree forti e zone marginali interne. Una rilettura critica di questa situazione in corso di evoluzione è quanto mai utile e opportuna, per ripensare il sistema della governance territoriale e per proporre il definitivo completamento del progetto di riordino istituzionale avviato con la Legge Delrio e mai giunto a compimento, partendo dal ruolo delle Province, fino all’eventuale ridisegno delle Regioni secondo una diversa logica ‘macro-regionale’.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.