Il lavoro di Pilar García Cuetos, frutto di una lunga ricerca sulla storia dei restauri dell’architettura in Andalucia, si pone l’obiettivo di dare voce ad alcuni casi specifici, che rappresentano esempi importanti per la teoria e la storia del restauro in Spagna. Il metodo seguito nel libro si fonda sull’analisi completa delle fonti dirette e indirette, con l’obiettivo di proporre una rassegna critica delle esperienze sino ad oggi maturate. García Cuetos ha analizzato gli esempi prescelti identificandone il processo evolutivo, cioè la stratificazione dei manufatti nel tempo, con lo scopo di definire i caratteri ricorrenti e le costanti dell’edilizia monumentale. Attraverso la ricognizione di tipologie e tecniche costruttive, l’autrice delinea i tratti essenziali di un patrimonio architettonico più fragile di quel che appare, per le continue trasformazioni, aggiunte e rimozioni subite nel corso dei secoli e per la difficile compatibilità con la vita contemporanea.

García Cuetos, Pilar. El lenguaje de las bellas construcciones. Reflexiones sobre la recepción y la restauración de la arquitectura andalusí, Bilbao: Granada: Editorial Universidad de Granada, 2016, 316 páginas, 162 ils. b/n.

verazzo
2019-01-01

Abstract

Il lavoro di Pilar García Cuetos, frutto di una lunga ricerca sulla storia dei restauri dell’architettura in Andalucia, si pone l’obiettivo di dare voce ad alcuni casi specifici, che rappresentano esempi importanti per la teoria e la storia del restauro in Spagna. Il metodo seguito nel libro si fonda sull’analisi completa delle fonti dirette e indirette, con l’obiettivo di proporre una rassegna critica delle esperienze sino ad oggi maturate. García Cuetos ha analizzato gli esempi prescelti identificandone il processo evolutivo, cioè la stratificazione dei manufatti nel tempo, con lo scopo di definire i caratteri ricorrenti e le costanti dell’edilizia monumentale. Attraverso la ricognizione di tipologie e tecniche costruttive, l’autrice delinea i tratti essenziali di un patrimonio architettonico più fragile di quel che appare, per le continue trasformazioni, aggiunte e rimozioni subite nel corso dei secoli e per la difficile compatibilità con la vita contemporanea.
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