Il testo ripercorre le vicende storiche della permanenza di alcuni brani di mura romane nella città di Lubiana. Le mura di cinta dell’antica Lubiana furono erette tra il 14 e il 15 d.C., come testimonia un’iscrizione trovata nei pressi della porta orientale di Emona (così si chiamava l’originario insediamento romano), dove attualmente si trova la piazza della Rivoluzione Francese. Mura larghe poco meno di tre metri alla base e alte sei-sette metri; ritmate da 26 torri e aperte da quattro porte principali distribuite lungo il perimetro che cingeva l’intera città a ridosso del fiume Ljubljanica. Strutture imponenti, costruite verso l’esterno con grandi massi di pietra squadrata e, all’interno con materiali minuti, tenuti insieme da una malta di sabbia e calce mista a ciottoli, reperiti direttamente dagli argini del fiume. Una murata solida che ha attraversato le insidie del tempo, fino quasi agli inizi del XX secolo ed ancora oggi in parte presente nei tratti ricostruiti dall’archeologo Walter Schmid (1875 1951) che guidò la campagna di scavi sul lato meridionale dell’antica Emona, prima dell’inizio della Grande guerra.

Lubiana, le stratificazioni del tempo e la contemporaneità dell’opera di Jože Plečnik

Domenico Antonio Potenza
2020-01-01

Abstract

Il testo ripercorre le vicende storiche della permanenza di alcuni brani di mura romane nella città di Lubiana. Le mura di cinta dell’antica Lubiana furono erette tra il 14 e il 15 d.C., come testimonia un’iscrizione trovata nei pressi della porta orientale di Emona (così si chiamava l’originario insediamento romano), dove attualmente si trova la piazza della Rivoluzione Francese. Mura larghe poco meno di tre metri alla base e alte sei-sette metri; ritmate da 26 torri e aperte da quattro porte principali distribuite lungo il perimetro che cingeva l’intera città a ridosso del fiume Ljubljanica. Strutture imponenti, costruite verso l’esterno con grandi massi di pietra squadrata e, all’interno con materiali minuti, tenuti insieme da una malta di sabbia e calce mista a ciottoli, reperiti direttamente dagli argini del fiume. Una murata solida che ha attraversato le insidie del tempo, fino quasi agli inizi del XX secolo ed ancora oggi in parte presente nei tratti ricostruiti dall’archeologo Walter Schmid (1875 1951) che guidò la campagna di scavi sul lato meridionale dell’antica Emona, prima dell’inizio della Grande guerra.
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