L’articolo, dopo una sintetica ricognizione dei principi costituzionali che dovrebbero indurre il legislatore ordinario a favorire l’inclusione sociale degli immigrati residenti in Italia, in specie assicurando un’adeguata tutela dei diritti sociali, analizza la giurisprudenza costituzionale in materia di disparità di trattamento fra cittadini e stranieri nell’accesso alle prestazioni sociali. L’evoluzione di tale giurisprudenza, con una particolare attenzione per la fase più recente, è ricostruita allo scopo di ricavare indicazioni utili a comprendere fino a che punto tali principi, come interpetati dalla Corte costituzionale, possano costituire un argine efficace rispetto a politiche discriminatorie, ovvero rispetto a scelte normative tese a sostituire il paradigma dell’inclusione sociale degli immigrati con quello dell’esclusione. Descrivendo gli orientameni consolidati, formulati con riferimento ai diversi tipi di requisiti ‘escludenti’ previsti nella legislazione statale e regionale, e ponendo in risalto gli approdi a cui la Corte giunge nelle sue ultime decisioni (riguardanti anche alcune disposizioni approvate nella prima parte della legislatura in corso, implicanti forme di esclusione in parte nuove), si evidenziano le strategie argomentative, gli schemi di ragionamento e le tecniche di giudizio che limitano la discrezionalità del legislatore in questa materia. Ciò permette, infine, di desumere ulteriori implicazioni circa il modello di società che deve costituire l’orizzonte di un esercizio di tale discrezionalità improntato ai principi costituzionali.

L’inclusione sociale degli immigrati e i limiti alle politiche di esclusione: indicazioni dalla giurisprudenza costituzionale

Pietro Masala
2022-01-01

Abstract

L’articolo, dopo una sintetica ricognizione dei principi costituzionali che dovrebbero indurre il legislatore ordinario a favorire l’inclusione sociale degli immigrati residenti in Italia, in specie assicurando un’adeguata tutela dei diritti sociali, analizza la giurisprudenza costituzionale in materia di disparità di trattamento fra cittadini e stranieri nell’accesso alle prestazioni sociali. L’evoluzione di tale giurisprudenza, con una particolare attenzione per la fase più recente, è ricostruita allo scopo di ricavare indicazioni utili a comprendere fino a che punto tali principi, come interpetati dalla Corte costituzionale, possano costituire un argine efficace rispetto a politiche discriminatorie, ovvero rispetto a scelte normative tese a sostituire il paradigma dell’inclusione sociale degli immigrati con quello dell’esclusione. Descrivendo gli orientameni consolidati, formulati con riferimento ai diversi tipi di requisiti ‘escludenti’ previsti nella legislazione statale e regionale, e ponendo in risalto gli approdi a cui la Corte giunge nelle sue ultime decisioni (riguardanti anche alcune disposizioni approvate nella prima parte della legislatura in corso, implicanti forme di esclusione in parte nuove), si evidenziano le strategie argomentative, gli schemi di ragionamento e le tecniche di giudizio che limitano la discrezionalità del legislatore in questa materia. Ciò permette, infine, di desumere ulteriori implicazioni circa il modello di società che deve costituire l’orizzonte di un esercizio di tale discrezionalità improntato ai principi costituzionali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/777851
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