Il difensore sceglie consapevolmente di inviare corrispondenza al proprio assistito detenuto senza apporre le indicazioni previste dall’art. 35 disp. att. c.p.p., ovvero scientemente decide di non apporre sulla busta le informazioni che ne attestano la qualità di difensore in un dato procedimento, consentendo così che non si applichino le speciali guarentigie che impediscono il controllo della corrispondenza tra difensore e assistito, ai sensi dell’art. 103, comma 6, c.p.p. La conseguenza non è la consegna della corrispondenza al detenuto previo controllo, ma la restituzione della lettera inevasa al mittente, con la disposizione di ottemperare alle regole.
Due righe sulla corrispondenza del difensore con il detenuto, ovvero del come le guarentigie difensive diventano ostacolo alla difesa
Cristiana Valentini
2022-01-01
Abstract
Il difensore sceglie consapevolmente di inviare corrispondenza al proprio assistito detenuto senza apporre le indicazioni previste dall’art. 35 disp. att. c.p.p., ovvero scientemente decide di non apporre sulla busta le informazioni che ne attestano la qualità di difensore in un dato procedimento, consentendo così che non si applichino le speciali guarentigie che impediscono il controllo della corrispondenza tra difensore e assistito, ai sensi dell’art. 103, comma 6, c.p.p. La conseguenza non è la consegna della corrispondenza al detenuto previo controllo, ma la restituzione della lettera inevasa al mittente, con la disposizione di ottemperare alle regole.File | Dimensione | Formato | |
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