Le questioni della povertà e della povertà educativa, intesa come insufficienza di apprendimenti, occasioni formative ed educative nell’ambito dell’istruzione e della dimensione culturale e sociale, strettamente correlate, trovano una loro precipua collocazione nella dimensione etica e morale dell’uomo, confluendo nei temi della colpa e della responsabilità, individuale e collettiva, come base per una riflessione che metta in scena le reali possibilità di cambiamento storico-sociale a seguito di attente e limpide forme di riflessione critica sul tema. Sebbene, infatti, la delegittimazione e la successiva destrutturazione di questo sistema economico che avvantaggia i pochi e svantaggia i molti appaiano ancora dalle tinte utopiche, quasi come assurdi logici e astratti su cui argomentare senza poi avvertire l’esigenza di pervenire a una sintesi che abbia anche il sapore dell’attuazione delle conclusioni logiche, resta essenziale la riproposizione di una istanza problematizzante e critica della ragione, che sempre si pone alla base di ogni processo di trasformazione, intesa in termini sia soggettivi sia collettivi e sociali, verso una riconsiderazione dei principi di sostenibilità in chiave etico-morale.

Etica della sostenibilità: contrasto alla povertà educativa e possibili scenari della praxis

Di Profio Luana
2022-01-01

Abstract

Le questioni della povertà e della povertà educativa, intesa come insufficienza di apprendimenti, occasioni formative ed educative nell’ambito dell’istruzione e della dimensione culturale e sociale, strettamente correlate, trovano una loro precipua collocazione nella dimensione etica e morale dell’uomo, confluendo nei temi della colpa e della responsabilità, individuale e collettiva, come base per una riflessione che metta in scena le reali possibilità di cambiamento storico-sociale a seguito di attente e limpide forme di riflessione critica sul tema. Sebbene, infatti, la delegittimazione e la successiva destrutturazione di questo sistema economico che avvantaggia i pochi e svantaggia i molti appaiano ancora dalle tinte utopiche, quasi come assurdi logici e astratti su cui argomentare senza poi avvertire l’esigenza di pervenire a una sintesi che abbia anche il sapore dell’attuazione delle conclusioni logiche, resta essenziale la riproposizione di una istanza problematizzante e critica della ragione, che sempre si pone alla base di ogni processo di trasformazione, intesa in termini sia soggettivi sia collettivi e sociali, verso una riconsiderazione dei principi di sostenibilità in chiave etico-morale.
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