"I contributi qui raccolti rappresentano una prima parte dei lavori (alla quale seguirà un secondo e conclusivo volume) presentati nelle sedute del primo ciclo di incontri seminariali svoltosi presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara nel 2017, organizzato dal Seminario Permanente di Cultura Politica (SPCP) attivato parallelamente ai corsi magistrali di Storia della Filosofia Antica e Medievale. Tale ciclo seminariale è stato incentrato sulla critica filosofica alle strategie di dominio messe in campo nel mondo antico dalla politica attiva. Così, di fronte alla tentazione degli studenti di tradurre tali movenze in termini vicini alla modernità, si è voluto offrire un corretto corrispettivo moderno e contemporaneo alle considerazioni che si potevano trarre durante le lezioni nel confronto con le tesi di Tucidide, Platone, Aristofane ed Aristotele, relativamente alla natura del potere e alla sua capacità di consolidarsi nella misura in cui venisse assicurata la gestione da parte di meno mani possibili. In effetti, già nel mondo antico aveva preso consistenza, sia in chi lo teorizzava sia in chi lo paventava, la considerazione machiavellica che il potere tanto più si affermi quanto più escluda da una parte l’avvicendamento nelle cariche, dall’altra ogni controllo che provenga da una partecipazione allargata". Giulio A. Lucchetta
Hegel e la Filosofia del Diritto: Stato e Corporazioni, Plebe e Gesinnung
RAIMONDI E
2018-01-01
Abstract
"I contributi qui raccolti rappresentano una prima parte dei lavori (alla quale seguirà un secondo e conclusivo volume) presentati nelle sedute del primo ciclo di incontri seminariali svoltosi presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara nel 2017, organizzato dal Seminario Permanente di Cultura Politica (SPCP) attivato parallelamente ai corsi magistrali di Storia della Filosofia Antica e Medievale. Tale ciclo seminariale è stato incentrato sulla critica filosofica alle strategie di dominio messe in campo nel mondo antico dalla politica attiva. Così, di fronte alla tentazione degli studenti di tradurre tali movenze in termini vicini alla modernità, si è voluto offrire un corretto corrispettivo moderno e contemporaneo alle considerazioni che si potevano trarre durante le lezioni nel confronto con le tesi di Tucidide, Platone, Aristofane ed Aristotele, relativamente alla natura del potere e alla sua capacità di consolidarsi nella misura in cui venisse assicurata la gestione da parte di meno mani possibili. In effetti, già nel mondo antico aveva preso consistenza, sia in chi lo teorizzava sia in chi lo paventava, la considerazione machiavellica che il potere tanto più si affermi quanto più escluda da una parte l’avvicendamento nelle cariche, dall’altra ogni controllo che provenga da una partecipazione allargata". Giulio A. LucchettaFile | Dimensione | Formato | |
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