Presentiamo gli ultimi esiti di una sperimentazione, fra ricerca e didattica, sul tema del Virtual Museum (VM), riflettendo sul flusso di lavoro e sui modelli semantici utilizzati per la realizzazione del suo Metaverso, nella consapevolezza delle potenzialità oggi offerte dalle tecnoculture post-digitali. Sin dagli esordi negli anni 80’, l’idea interdisciplinare di VM, seguendo le conquiste tecnologiche dei tempi, esplora molteplici dimensioni confor-mative dello spazio digitale, sperimentando vari sistemi di visualizzazione e diverse forme di interazione, sia online, sia offline. Dall’ormai storico Virtual Museum commissionato dalla Guggenheim Foundation nel ‘99 al-lo studio Asymptote Architecture (Hani Rashid & Lise Anne Couture), al grande tema della conservazione ed esposizione del patrimonio digitale (cfr. la Carta per la conservazione del patrimonio digitale dell'UNESCO del 2003) – ricordiamo, ad es., la mostra Archaeology of the Digital, curata da Greg Lynn nel 2013 per il Canadian Centre for Architecture di Montréal –, fino all’odierna proposta del Virtual Museum NFTism dello studio Zaha Hadid Architects, emerge un’affascinante avventura delle idee che soprat-tutto nella rappresentazione trova le ragioni del suo essere spazio abitabile.
Towards a Virtual Museum of Ephemeral Architecture: Methods, Techniques and Semantic Models for a Post-digital Metaverse / Verso un museo virtuale dell’architettura effimera: metodi, tecniche e modelli semantici per un metaverso post-digitale
Maurizio Unali
;Giovanni Caffio
;Fabio Zollo
2024-01-01
Abstract
Presentiamo gli ultimi esiti di una sperimentazione, fra ricerca e didattica, sul tema del Virtual Museum (VM), riflettendo sul flusso di lavoro e sui modelli semantici utilizzati per la realizzazione del suo Metaverso, nella consapevolezza delle potenzialità oggi offerte dalle tecnoculture post-digitali. Sin dagli esordi negli anni 80’, l’idea interdisciplinare di VM, seguendo le conquiste tecnologiche dei tempi, esplora molteplici dimensioni confor-mative dello spazio digitale, sperimentando vari sistemi di visualizzazione e diverse forme di interazione, sia online, sia offline. Dall’ormai storico Virtual Museum commissionato dalla Guggenheim Foundation nel ‘99 al-lo studio Asymptote Architecture (Hani Rashid & Lise Anne Couture), al grande tema della conservazione ed esposizione del patrimonio digitale (cfr. la Carta per la conservazione del patrimonio digitale dell'UNESCO del 2003) – ricordiamo, ad es., la mostra Archaeology of the Digital, curata da Greg Lynn nel 2013 per il Canadian Centre for Architecture di Montréal –, fino all’odierna proposta del Virtual Museum NFTism dello studio Zaha Hadid Architects, emerge un’affascinante avventura delle idee che soprat-tutto nella rappresentazione trova le ragioni del suo essere spazio abitabile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.