A vent’anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 2001, lo scrittore ligure Francesco Biamonti si riconferma lucido intuitore dei drammi della contemporaneità. Con anticipo sui tempi, colse la problematicità – ma teriale e morale – dei movimenti migratori, della fuga dei clandestini dall’Europa dell’Est e dal Medi terraneo. Il multiculturalismo dei «popoli della notte», tuttavia, nella pagina letteraria si spinge ol tre: cerca di rendere dicibile l’indicibile, di esplicitare un disagio esistenziale che è insieme strettamente autobiografico e tipicamente umano. Scopo del sag gio è indagarne le modalità di manifestazione, con l’ausilio degli strumenti garantiti dalla critica te stuale, nei primi due romanzi biamontiani: L’angelo di Avrigue e Vento largo. Al tempo stesso si cercherà di mostrare come la condizione della clandestinità non sia propria solo dei fuggiaschi, ma anche dei pro tagonisti e dello stesso Biamonti, in quanto tutti con siderabili “clandestini dell’esistenza”.

Clandestini tra gli uomini. Multiculturalismo e disagio esistenziale in Francesco Biamonti

Simone Pettine
Primo
2022-01-01

Abstract

A vent’anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 2001, lo scrittore ligure Francesco Biamonti si riconferma lucido intuitore dei drammi della contemporaneità. Con anticipo sui tempi, colse la problematicità – ma teriale e morale – dei movimenti migratori, della fuga dei clandestini dall’Europa dell’Est e dal Medi terraneo. Il multiculturalismo dei «popoli della notte», tuttavia, nella pagina letteraria si spinge ol tre: cerca di rendere dicibile l’indicibile, di esplicitare un disagio esistenziale che è insieme strettamente autobiografico e tipicamente umano. Scopo del sag gio è indagarne le modalità di manifestazione, con l’ausilio degli strumenti garantiti dalla critica te stuale, nei primi due romanzi biamontiani: L’angelo di Avrigue e Vento largo. Al tempo stesso si cercherà di mostrare come la condizione della clandestinità non sia propria solo dei fuggiaschi, ma anche dei pro tagonisti e dello stesso Biamonti, in quanto tutti con siderabili “clandestini dell’esistenza”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/802655
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