Le stjúpmoeðrasögur sono quelle saghe islandesi incentrate sullo scontro tra un eroe e la sua matrigna. All’interno di queste narrazioni sono presenti delle maledizioni, pronunciate dalla donna, che segnano il punto di massima tensione nella lotta tra i due e da cui hanno inizio le avventure che l’eroe dovrà affrontare. In questi enunciati sono presenti dei termini legati al maledire che si prestano ad uno studio di tipo semantico, unitamente ad un’analisi dei referenti culturali che li connotano. In particolare, nel presente contributo si tenterà di evidenziare quella che sembrerebbe essere una variazione della scelta terminologica del maledire all’interno dei testi analizzati legata al periodo storico in cui la saga è ambientata: l’uso dei termini più specificatamente collegati al concetto di seiðr sembrerebbe infatti verificarsi quando la narrazione si svolge nei ‘tempi antichi’, dunque precedente ai primi insediamenti in Islanda e in un periodo definibile ancora come pagano. Al contrario, in quelle saghe i cui eventi si collocano successivamente alla conversione cristiana e alla colonizzazione islandese, sono presenti dei termini più generici, non legati specificatamente alla conoscenza della magia, ma che se inseriti in quel contesto, permetterebbero al testo di assumere un significato diverso e collegato alla sfera semantica e culturale del maledire.

La Terminologia del Maledire nelle Stjúpmoeðrasögur. (Cursing Words in the Stjúpmoeðrasögur)

Fiorella Di Fonte
2020-01-01

Abstract

Le stjúpmoeðrasögur sono quelle saghe islandesi incentrate sullo scontro tra un eroe e la sua matrigna. All’interno di queste narrazioni sono presenti delle maledizioni, pronunciate dalla donna, che segnano il punto di massima tensione nella lotta tra i due e da cui hanno inizio le avventure che l’eroe dovrà affrontare. In questi enunciati sono presenti dei termini legati al maledire che si prestano ad uno studio di tipo semantico, unitamente ad un’analisi dei referenti culturali che li connotano. In particolare, nel presente contributo si tenterà di evidenziare quella che sembrerebbe essere una variazione della scelta terminologica del maledire all’interno dei testi analizzati legata al periodo storico in cui la saga è ambientata: l’uso dei termini più specificatamente collegati al concetto di seiðr sembrerebbe infatti verificarsi quando la narrazione si svolge nei ‘tempi antichi’, dunque precedente ai primi insediamenti in Islanda e in un periodo definibile ancora come pagano. Al contrario, in quelle saghe i cui eventi si collocano successivamente alla conversione cristiana e alla colonizzazione islandese, sono presenti dei termini più generici, non legati specificatamente alla conoscenza della magia, ma che se inseriti in quel contesto, permetterebbero al testo di assumere un significato diverso e collegato alla sfera semantica e culturale del maledire.
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