Il saggio si interroga sui processi patrimoniali in atto sui manufatti della costa del Chietino, i trabocchi, che da qualche decennio danno appunto il nome alla costa, a testimonianza della mutevolezza dei parametri culturali e della stessa toponomastica. Il processo di patrimonializzazione di questi antichi manufatti nasce “dal basso” e in modo piuttosto disinteressato, diciamo naïf, su impulso di una nuova sensibilità ecologica e paesaggistica che spinge a manutenere le palafitte superstiti e a ricordare, tramite la storia orale, le antiche tecniche di pesca non più praticate. Come tutti i percorsi di patrimonializzazione, esso nasce come un “sentiero” e poi si divide, si moltiplica, si capillarizza in molteplici e stratificati percorsi di riflessione, tutela e valorizzazione, fino ad arrivare alle attuali “autostrade” dello sfruttamento commerciale e turistico e del cambiamento di destinazione a ristoranti di lusso. Il saggio ripercorre il fenomeno documentandolo con interviste e documentazioni che saranno oggetto di una restituzione più completa e sicuramente più utile per una ulteriore presa di coscienza da parte dei gruppi di riferimento. Il contributo descrive il fenomeno in modo sintetico e attraverso uno sguardo culturalista che consente di osservare le complesse relazioni tra tradizione e innovazione, e di comprendere il “passato” in uno scenario politico complesso sul quale è difficile e pericoloso dare giudizi.

Quando il margine diventa centro. Trabocchi e (dis)orientamenti patrimoniali

Lia Giancristofaro
2023-01-01

Abstract

Il saggio si interroga sui processi patrimoniali in atto sui manufatti della costa del Chietino, i trabocchi, che da qualche decennio danno appunto il nome alla costa, a testimonianza della mutevolezza dei parametri culturali e della stessa toponomastica. Il processo di patrimonializzazione di questi antichi manufatti nasce “dal basso” e in modo piuttosto disinteressato, diciamo naïf, su impulso di una nuova sensibilità ecologica e paesaggistica che spinge a manutenere le palafitte superstiti e a ricordare, tramite la storia orale, le antiche tecniche di pesca non più praticate. Come tutti i percorsi di patrimonializzazione, esso nasce come un “sentiero” e poi si divide, si moltiplica, si capillarizza in molteplici e stratificati percorsi di riflessione, tutela e valorizzazione, fino ad arrivare alle attuali “autostrade” dello sfruttamento commerciale e turistico e del cambiamento di destinazione a ristoranti di lusso. Il saggio ripercorre il fenomeno documentandolo con interviste e documentazioni che saranno oggetto di una restituzione più completa e sicuramente più utile per una ulteriore presa di coscienza da parte dei gruppi di riferimento. Il contributo descrive il fenomeno in modo sintetico e attraverso uno sguardo culturalista che consente di osservare le complesse relazioni tra tradizione e innovazione, e di comprendere il “passato” in uno scenario politico complesso sul quale è difficile e pericoloso dare giudizi.
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