Nell’interno della chiesa della Madonna del Rosario barocco spicca la “macchina eroica” dell’altare maggiore, in cui il tema del Rosario viene interpretato con spettacolare tensione. Inoltre nell’altare a destra della “macchina” il tema del Purgatorio è sottoposto ad un’interpretazione basata sul rapporto tra struttura architettonica, pittura e decorazione in stucco. Un ulteriore motivo d’interesse riguarda inoltre le statue di Santi presenti sulle superfici dei pilastri affacciate sull’aula, presenza rarissima nel panorama architettonico della zona che rimanda ad ambiti estranei al nostro territorio. A tal riguardo è stata ipotizzata la presenza di un artista lombardo chiamato a Bugnara dagli artefici della trasformazione barocca, i Baroni De Sangro. L’epoca seicentesca dell’intervento di trasformazione e della statua in stucco di S. Giovanni (1687) arricchisce l’interesse nei confronti dell’organismo, rara testimonianza dell’architettura del primo secolo del Barocco sopravvissuta ai sismi di fine XVII secolo e inizio XVIII. La presenza sul primo pilastro a sinistra della statua di S. Carlo Borromeo, santo poco presente nelle chiese abruzzesi ma molto venerato dai de Sangro, lascia ipotizzare la presenza nella chiesa dei maestri lombardi lungo la via del Sagittario. È possibile dunque ipotizzare la presenza di un lombardo nella realizzazione delle grandi statue in stucco, che hanno donato al Rosario quella originalità che manca alle altre chiese barocche della zona. In definitiva l’organismo di Bugnara costituisce un valido termine di confronto con le ricostruzioni settecentesche, contribuendo a superare il preconcetto secondo cui l’Abruzzo interno sarebbe una terra estranea alla nuova architettura, nella quale solo la stagione dei terremoti settecenteschi avrebbe consentito la comparsa del Barocco.
Artificio e meraviglia. La chiesa del SS. Rosario di Bugnara
Raffaele Giannantonio
2023-01-01
Abstract
Nell’interno della chiesa della Madonna del Rosario barocco spicca la “macchina eroica” dell’altare maggiore, in cui il tema del Rosario viene interpretato con spettacolare tensione. Inoltre nell’altare a destra della “macchina” il tema del Purgatorio è sottoposto ad un’interpretazione basata sul rapporto tra struttura architettonica, pittura e decorazione in stucco. Un ulteriore motivo d’interesse riguarda inoltre le statue di Santi presenti sulle superfici dei pilastri affacciate sull’aula, presenza rarissima nel panorama architettonico della zona che rimanda ad ambiti estranei al nostro territorio. A tal riguardo è stata ipotizzata la presenza di un artista lombardo chiamato a Bugnara dagli artefici della trasformazione barocca, i Baroni De Sangro. L’epoca seicentesca dell’intervento di trasformazione e della statua in stucco di S. Giovanni (1687) arricchisce l’interesse nei confronti dell’organismo, rara testimonianza dell’architettura del primo secolo del Barocco sopravvissuta ai sismi di fine XVII secolo e inizio XVIII. La presenza sul primo pilastro a sinistra della statua di S. Carlo Borromeo, santo poco presente nelle chiese abruzzesi ma molto venerato dai de Sangro, lascia ipotizzare la presenza nella chiesa dei maestri lombardi lungo la via del Sagittario. È possibile dunque ipotizzare la presenza di un lombardo nella realizzazione delle grandi statue in stucco, che hanno donato al Rosario quella originalità che manca alle altre chiese barocche della zona. In definitiva l’organismo di Bugnara costituisce un valido termine di confronto con le ricostruzioni settecentesche, contribuendo a superare il preconcetto secondo cui l’Abruzzo interno sarebbe una terra estranea alla nuova architettura, nella quale solo la stagione dei terremoti settecenteschi avrebbe consentito la comparsa del Barocco.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


