La fenomenologia è la corrente della filosofia (Husserl) e della sociologia contemporanee (Schutz, Berger) che si occupa del «mondo della vita» in cui l’insieme delle esperienze, dei significati e dei problemi intersoggettivi elabora visioni del mondo ritenute naturali, indiscutibili, e che invece mutano con il mutare dei contesti storicosocio-culturali. È il mondo dei significati abituali, genera senso comune e consuetudine del senso (“normalità”). Occuparsi del mondo della vita è, per lo scienziato sociale di orientamento fenomenologico, non solo individuazione dell’oggetto di studio, ma un’indicazione metodologica radicale: il mondo della vita si dispiega in mondi sociali; è costituito di fatti («naturali») e dei significati che essi hanno per gli individui, di realtà essenziali e di realtà esistenziali; è oggetto in sé e oggetto vissuto soggettivamente dai suoi membri e socialmente tipificato. Si tratta di dover rintracciare sempre l’effettiva corrispondenza tra il senso appreso, interiorizzato come scontato, “normale”, e i fenomeni nella loro realtà, tra il mondo dell’essenza («l’essere fuori dal tempo») e il mondo dell’esistenza («l’essere nel tempo»). La conoscenza sociologica si completa quindi nella distinzione e nella ricomposizione di entrambe le dimensioni nella loro effettiva corrispondenza: come è (mondo della vita così come appare nella realtà) e come è inteso (mondo storico-socioculturale dell’esperienza e di come se ne ha coscienza); come è e come può sempre essere diversamente inteso. Essa ha dunque il compito di svelare come società e relazioni sociali - pur conferendo ai suoi membri una struttura tale che possano continuare a concepire la plausibilità della realtà così come quella società l’ha costruita in sentieri - possano comunque ricercarne i significati originari e rigenerarne le corrispondenze attuali. Diversamente, si rischia di ignorare che anche la “normalità” finisce per essere una radura.

Fenomenologia della costruzione sociale della normalità

Speranza Sabrina
2021-01-01

Abstract

La fenomenologia è la corrente della filosofia (Husserl) e della sociologia contemporanee (Schutz, Berger) che si occupa del «mondo della vita» in cui l’insieme delle esperienze, dei significati e dei problemi intersoggettivi elabora visioni del mondo ritenute naturali, indiscutibili, e che invece mutano con il mutare dei contesti storicosocio-culturali. È il mondo dei significati abituali, genera senso comune e consuetudine del senso (“normalità”). Occuparsi del mondo della vita è, per lo scienziato sociale di orientamento fenomenologico, non solo individuazione dell’oggetto di studio, ma un’indicazione metodologica radicale: il mondo della vita si dispiega in mondi sociali; è costituito di fatti («naturali») e dei significati che essi hanno per gli individui, di realtà essenziali e di realtà esistenziali; è oggetto in sé e oggetto vissuto soggettivamente dai suoi membri e socialmente tipificato. Si tratta di dover rintracciare sempre l’effettiva corrispondenza tra il senso appreso, interiorizzato come scontato, “normale”, e i fenomeni nella loro realtà, tra il mondo dell’essenza («l’essere fuori dal tempo») e il mondo dell’esistenza («l’essere nel tempo»). La conoscenza sociologica si completa quindi nella distinzione e nella ricomposizione di entrambe le dimensioni nella loro effettiva corrispondenza: come è (mondo della vita così come appare nella realtà) e come è inteso (mondo storico-socioculturale dell’esperienza e di come se ne ha coscienza); come è e come può sempre essere diversamente inteso. Essa ha dunque il compito di svelare come società e relazioni sociali - pur conferendo ai suoi membri una struttura tale che possano continuare a concepire la plausibilità della realtà così come quella società l’ha costruita in sentieri - possano comunque ricercarne i significati originari e rigenerarne le corrispondenze attuali. Diversamente, si rischia di ignorare che anche la “normalità” finisce per essere una radura.
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