In tempi di emergenza, difficoltà, crisi sanitarie ed economiche, la parola resilienza è diventata un termine chiave, frequente, associato a innumerevoli stati d'animo e azioni sociali, a eroine ed eroi del nostro tempo. In generale, quando si legge di resilien-za nei media, si intuisce come essa venga intesa come il superamento delle difficoltà, come una proprietà di alcuni di far fronte alle crisi. Si parla meno di resilienza in termini evolutivi, nella connessione individuo e ambiente, in rapporto alla sua dimensione tem-porale, al suo essere processo umano e sociale, non sempre presente in ogni fase della vita, che si sviluppa in un ecosistema, evoluzione interpretabile nella sua dimensione storica e prospettica. Il processo resiliente in questo caso diventa pensiero resiliente per immaginare il futuro e lente di resilienza per rileggere il passato. È fatto di materia come le biografie, le testimonianze, le leggende, le storie e le favole, tutte narrazioni ca-paci di mettere insieme i vari elementi di cui oggi avremmo bisogno per immaginarci la resilienza oltre il tempo presente dell'emergenza. Ed è capacità di cogliere le risorse e le opportunità, capacità di dialogare e mediare con diversi stakeholder, capacità di progettare in modo partecipato, capacità di essere mentori e di creare relazioni educa-tive significative, capacità di usare la parola e capacità immaginativa per sviluppare creatività e pensiero critico, capacità di parlare di sé e del mondo naturale cogliendo le connessioni che ci uniscono in un destino planetario. La narrazione può essere consi-derata una strategia di coping (far fronte a) per superare la propria condizione avversa e potenziarsi. Non è una coincidenza che la letteratura resiliente sia fenomenologica-mente fondata su questo tipo di dati (le storie). Come affermava Bruner, il pensiero nar-rativo viene utilizzato per capire gli eventi sociali e per interagire con gli altri usando la nostra naturale capacità di creare storie. Questa capacità di creare storie semplifica la comprensione della realtà o la sua comunicazione. Da sempre le culture, tramandando Immaginare la resilienza con Rodari, Sepúlveda e Gramsci. Poter scegliere chi diventare. Collaborare per immaginare e costruire il futuro. Con un omaggio a Sepulveda, morto il 16 aprile 2020 a causa del coronavirus, a Rodari, di cui quest'anno celebriamo un doppio anniversario (100 anni dalla nascita e 40 anni dalla morte) e a Gramsci, di cui ci ricorda una favola scritta dal carcere, l'autrice di Come canne di bambù (FrancoAngeli, 2018) esplora il potere delle narrazioni per sviluppare un pensiero resiliente in tempi di crisi.

Oltre la fine dell'emergenza. Immaginare la resilienza con Rodari, Sepulveda e Gramsci

Garista Patrizia
Primo
2020-01-01

Abstract

In tempi di emergenza, difficoltà, crisi sanitarie ed economiche, la parola resilienza è diventata un termine chiave, frequente, associato a innumerevoli stati d'animo e azioni sociali, a eroine ed eroi del nostro tempo. In generale, quando si legge di resilien-za nei media, si intuisce come essa venga intesa come il superamento delle difficoltà, come una proprietà di alcuni di far fronte alle crisi. Si parla meno di resilienza in termini evolutivi, nella connessione individuo e ambiente, in rapporto alla sua dimensione tem-porale, al suo essere processo umano e sociale, non sempre presente in ogni fase della vita, che si sviluppa in un ecosistema, evoluzione interpretabile nella sua dimensione storica e prospettica. Il processo resiliente in questo caso diventa pensiero resiliente per immaginare il futuro e lente di resilienza per rileggere il passato. È fatto di materia come le biografie, le testimonianze, le leggende, le storie e le favole, tutte narrazioni ca-paci di mettere insieme i vari elementi di cui oggi avremmo bisogno per immaginarci la resilienza oltre il tempo presente dell'emergenza. Ed è capacità di cogliere le risorse e le opportunità, capacità di dialogare e mediare con diversi stakeholder, capacità di progettare in modo partecipato, capacità di essere mentori e di creare relazioni educa-tive significative, capacità di usare la parola e capacità immaginativa per sviluppare creatività e pensiero critico, capacità di parlare di sé e del mondo naturale cogliendo le connessioni che ci uniscono in un destino planetario. La narrazione può essere consi-derata una strategia di coping (far fronte a) per superare la propria condizione avversa e potenziarsi. Non è una coincidenza che la letteratura resiliente sia fenomenologica-mente fondata su questo tipo di dati (le storie). Come affermava Bruner, il pensiero nar-rativo viene utilizzato per capire gli eventi sociali e per interagire con gli altri usando la nostra naturale capacità di creare storie. Questa capacità di creare storie semplifica la comprensione della realtà o la sua comunicazione. Da sempre le culture, tramandando Immaginare la resilienza con Rodari, Sepúlveda e Gramsci. Poter scegliere chi diventare. Collaborare per immaginare e costruire il futuro. Con un omaggio a Sepulveda, morto il 16 aprile 2020 a causa del coronavirus, a Rodari, di cui quest'anno celebriamo un doppio anniversario (100 anni dalla nascita e 40 anni dalla morte) e a Gramsci, di cui ci ricorda una favola scritta dal carcere, l'autrice di Come canne di bambù (FrancoAngeli, 2018) esplora il potere delle narrazioni per sviluppare un pensiero resiliente in tempi di crisi.
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