Una delle questioni più dibattute dall’inizio della pandemia ha riguardato il dirittoall’istruzione e la necessità di tenere aperta la scuola. Proprio in questo dibattito trovouno spazio, ma soprattutto un senso, una bussola, per non limitarmi più solo a guardare ilnaufragio in corso. L’occasione sembra una coincidenza, ma in realtà comprendo che siavvicina più alla trama di un pensiero che cuce ritagli di un’unica storia. Un progetto pre-pandemia, rimandato a causa della pandemia e infine attuato con tutti i limiti dellaseconda ondata della pandemia, mi attribuisce il ruolo di “attrice” e crea le condizioni perconnettere “pensiero e azione”, mutuando questa espressione da Anna Harendt, unapensatrice che ha dovuto comprendere e interpretare il male delle discriminazioni,dell’emigrazione, di una tragica persecuzione. Il progetto si intitola “Il giardino insegna.La valorizzazione degli spazi didattici esterni come laboratori innovativi per la scuola del futuro”, e si propone di portare la didattica Montessori di una scuola secondaria inferiore all’aperto, in un eco-spazio, in una “radura” in cui vivere l’avventura educativa. La bellezza di questo progetto connette molti elementi: la ricerca didattica nel mio Istituto, gli interessi per la promozione della salute e della resilienza, una recente riflessione sulla scuola, la resilienza e l’educazione ambientale pubblicata proprio su RiflessioniSistemiche, l’esperienza dell’“apprendere passeggiando” per i giardini e ammirando la natura insieme alla mia famiglia che mi ha insegnato il LES (laboratorio di ecologia della salute)

Navigatio Vitae. Sulla stessa barca con o senza vele

Garista Patrizia
Primo
2020-01-01

Abstract

Una delle questioni più dibattute dall’inizio della pandemia ha riguardato il dirittoall’istruzione e la necessità di tenere aperta la scuola. Proprio in questo dibattito trovouno spazio, ma soprattutto un senso, una bussola, per non limitarmi più solo a guardare ilnaufragio in corso. L’occasione sembra una coincidenza, ma in realtà comprendo che siavvicina più alla trama di un pensiero che cuce ritagli di un’unica storia. Un progetto pre-pandemia, rimandato a causa della pandemia e infine attuato con tutti i limiti dellaseconda ondata della pandemia, mi attribuisce il ruolo di “attrice” e crea le condizioni perconnettere “pensiero e azione”, mutuando questa espressione da Anna Harendt, unapensatrice che ha dovuto comprendere e interpretare il male delle discriminazioni,dell’emigrazione, di una tragica persecuzione. Il progetto si intitola “Il giardino insegna.La valorizzazione degli spazi didattici esterni come laboratori innovativi per la scuola del futuro”, e si propone di portare la didattica Montessori di una scuola secondaria inferiore all’aperto, in un eco-spazio, in una “radura” in cui vivere l’avventura educativa. La bellezza di questo progetto connette molti elementi: la ricerca didattica nel mio Istituto, gli interessi per la promozione della salute e della resilienza, una recente riflessione sulla scuola, la resilienza e l’educazione ambientale pubblicata proprio su RiflessioniSistemiche, l’esperienza dell’“apprendere passeggiando” per i giardini e ammirando la natura insieme alla mia famiglia che mi ha insegnato il LES (laboratorio di ecologia della salute)
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