Dal disorientamento alla resilienza In quella che viene considerata l'epoca Covid, nella consapevolezza che non pos-sono essere sottovalutati gli effetti di lungo periodo provocati dalla pandemia sulle vite dei singoli, delle istituzioni, delle comunità, le indagini scientifiche hanno ri-levato un generale disorientamento unito ad un senso di profonda incertezza per il futuro. Agli insegnanti, agli educatori, è stato chiesto di ripensare non solo ad una diversa organizzazione dei contenuti, ma anche di ripensarsi per individuare un nuovo modo di porsi e proporsi agli studenti, più distanti, smarriti, costretti per molto tempo in tempi e spazi altri da quelli tradizionalmente deputati per la didattica. Non è stato semplice e neppure immediato reiventarsi di fronte a nuovi com-piti, a inedite responsabilità, a ritmi di lavoro fuori dall'ordinario in scenari mutati e mutanti. E non è apparso a tutti chiaro che la crisi avrebbe potuto rappresentare l'occasione per attivare, come dimostrato nelle situazioni di emergenza (Vaccarelli, 2018), un potenziale generativo; ma è certo che questa crisi ha portato a riflettere, senza alcun dubbio, sulla necessità di rivisitare alcune competenze, sul ritenere, ad esempio, indispensabile irrobustire la resilienza, per essere come "canne di bambù" (Garista, 2018) in grado di resistere alla tempesta per ritornare alla co-siddetta normalità appunto rigenerati. Si può anche azzardare che il ripensarsi sia stato dettato, in modo forse impli-cito, dal desiderio di uscire da logiche spersonalizzanti e da abitudine routinarie, da processi di burocratizzazione che negli ultimi anni hanno tolto il gusto dell'in-segnare e dell'apprendere in una scuola che, trovandosi ad un "bivio" (Baldacci, 2019), ha ceduto alle lusinghe neoliberiste dell'aziendalizzazione e che ora non può non rivedere tempi, spazi, le modalità stesse dell'apprendere e dell'insegnare nella prospettiva di un benessere esistenziale di tutte/i e di ciascuna/o (Bocci, 2021).

"Lezioni di resilienza": il contributo di alcuni Maestri per una formazione docente rinnovata

Garista Patrizia
Co-primo
2022-01-01

Abstract

Dal disorientamento alla resilienza In quella che viene considerata l'epoca Covid, nella consapevolezza che non pos-sono essere sottovalutati gli effetti di lungo periodo provocati dalla pandemia sulle vite dei singoli, delle istituzioni, delle comunità, le indagini scientifiche hanno ri-levato un generale disorientamento unito ad un senso di profonda incertezza per il futuro. Agli insegnanti, agli educatori, è stato chiesto di ripensare non solo ad una diversa organizzazione dei contenuti, ma anche di ripensarsi per individuare un nuovo modo di porsi e proporsi agli studenti, più distanti, smarriti, costretti per molto tempo in tempi e spazi altri da quelli tradizionalmente deputati per la didattica. Non è stato semplice e neppure immediato reiventarsi di fronte a nuovi com-piti, a inedite responsabilità, a ritmi di lavoro fuori dall'ordinario in scenari mutati e mutanti. E non è apparso a tutti chiaro che la crisi avrebbe potuto rappresentare l'occasione per attivare, come dimostrato nelle situazioni di emergenza (Vaccarelli, 2018), un potenziale generativo; ma è certo che questa crisi ha portato a riflettere, senza alcun dubbio, sulla necessità di rivisitare alcune competenze, sul ritenere, ad esempio, indispensabile irrobustire la resilienza, per essere come "canne di bambù" (Garista, 2018) in grado di resistere alla tempesta per ritornare alla co-siddetta normalità appunto rigenerati. Si può anche azzardare che il ripensarsi sia stato dettato, in modo forse impli-cito, dal desiderio di uscire da logiche spersonalizzanti e da abitudine routinarie, da processi di burocratizzazione che negli ultimi anni hanno tolto il gusto dell'in-segnare e dell'apprendere in una scuola che, trovandosi ad un "bivio" (Baldacci, 2019), ha ceduto alle lusinghe neoliberiste dell'aziendalizzazione e che ora non può non rivedere tempi, spazi, le modalità stesse dell'apprendere e dell'insegnare nella prospettiva di un benessere esistenziale di tutte/i e di ciascuna/o (Bocci, 2021).
2022
2611‐1322
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