Pensare al riuso dei beni confiscati come occasione e strumento di rigenera- zione delle periferie e delle aree marginali interne in Abruzzo è l’ipotesi su cui da alcuni tempi lavora un piccolo gruppo di ricerca-azione del Dipartimento di Ar- chitettura di Pescara, diretto dall’autore del presente saggio, che opera attraverso la realizzazione, in particolare, di esperienze didattiche, di public engagement e terza missione, in forte contatto con il mondo dell’associazionismo civico, orien- tate alla sensibilizzazione e al coinvolgimento operativo delle comunità locali e pubbliche amministrazioni. Tale ipotesi è stata, in particolare, anche il punto di partenza di un workshop svolto nel mese di settembre 2020 composto da lezioni di esperti, indagini sul campo, cammini critici e produzione di mappature collettive dei beni, redazione di report di monitoraggio civico sul loro stato d’uso, rassegne di pratiche virtuose di riutilizzo. In questo testo, gli autori riprendono alcuni risultati prodotti dal work- shop, dando anche conto di alcune attività di ricerca, didattiche e di terza missione, prodotte all’interno di una linea d’azione che pur con palesi discontinuità continua e si sviluppa da diversi anni, nel DdA di Pescara, aggiornandole alle condizioni attuali. Sulla base di tali esperienze, la conclusione dell’intervento prova a sug- gerire ulteriori prospettive di ricerca-azione come campi convergenti di interesse per amministrazioni locali, istituzioni scolastiche e universitarie, associazioni del terzo settore e cittadini attivi. L’ipotesi è ancora quella di pensare al riuso dei beni confiscati come leva di processi partecipati di riterritorializzazione e rigenerazione di contesti marginali e di disuguaglianza, oggi quanto mai urgenti, nella ripresa dei territori e delle attività dopo la crisi pandemica da COVID19.

Abruzzo Felix/Fragilis/Reagens. Il riuso dei Beni confiscati come occasione e strumento di rigenerazione di contesti urbani e territoriali marginali

Pietro Rovigatti
2022-01-01

Abstract

Pensare al riuso dei beni confiscati come occasione e strumento di rigenera- zione delle periferie e delle aree marginali interne in Abruzzo è l’ipotesi su cui da alcuni tempi lavora un piccolo gruppo di ricerca-azione del Dipartimento di Ar- chitettura di Pescara, diretto dall’autore del presente saggio, che opera attraverso la realizzazione, in particolare, di esperienze didattiche, di public engagement e terza missione, in forte contatto con il mondo dell’associazionismo civico, orien- tate alla sensibilizzazione e al coinvolgimento operativo delle comunità locali e pubbliche amministrazioni. Tale ipotesi è stata, in particolare, anche il punto di partenza di un workshop svolto nel mese di settembre 2020 composto da lezioni di esperti, indagini sul campo, cammini critici e produzione di mappature collettive dei beni, redazione di report di monitoraggio civico sul loro stato d’uso, rassegne di pratiche virtuose di riutilizzo. In questo testo, gli autori riprendono alcuni risultati prodotti dal work- shop, dando anche conto di alcune attività di ricerca, didattiche e di terza missione, prodotte all’interno di una linea d’azione che pur con palesi discontinuità continua e si sviluppa da diversi anni, nel DdA di Pescara, aggiornandole alle condizioni attuali. Sulla base di tali esperienze, la conclusione dell’intervento prova a sug- gerire ulteriori prospettive di ricerca-azione come campi convergenti di interesse per amministrazioni locali, istituzioni scolastiche e universitarie, associazioni del terzo settore e cittadini attivi. L’ipotesi è ancora quella di pensare al riuso dei beni confiscati come leva di processi partecipati di riterritorializzazione e rigenerazione di contesti marginali e di disuguaglianza, oggi quanto mai urgenti, nella ripresa dei territori e delle attività dopo la crisi pandemica da COVID19.
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