La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) è un disordine comune che colpisce il 6-13% della popolazione adulta, ed è caratterizzata dal collasso delle alte vie aeree durante il sonno. I continui cicli di desaturazione e ri-ossigenazione ematica caratteristici dell’OSAS, causano l’ attivazione della cascata infiammatoria con stress ossidativo, disfunzione endoteliale e una ridotta perfusione ematica d’organo. Questa ipossia notturna cronica è noto che sia causa dell’aumentato rischio di patologie ardiovascolari, neurologiche e pneumologiche. Ma il grande impatto sociale di questo disturbo è dovuto anche al fatto che provoca una scarsa qualità del sonno con conseguente eccessiva sonnolenza diurna, a sua volta causa del 21,9 % degli incidenti stradali occorsi sulle rete autostradale italiana con una mortalità maggiore rispetto ad altre cause. L’orecchio interno è un distretto dotato di un circolo ematico di tipo terminale incapace di creare circoli collaterali, per cui risulta estremamente sensibile alle alterazioni ipossiche come quelle tipiche dell’ OSAS ed infatti nella letteratura più recente sono presenti studi che indicano come la deprivazione del sonno e quindi la sonnolenza acuta che ne deriva, possa modificare i potenziali evocati vestibolari miogeni. Abbiamo pertanto voluto indagare se questo stesso parametro (Vemps) potesse essere modificato anche nella persona con sonnolenza cronica come il paziente affetto da OSAS in modo da offrire un metodo oggettivamente misurabile tra la funzione vestibolare e sonnolenza diurna da OSAS Materiali e Metodi Sono stati reclutati 13 pazienti con anamnesi negativa per patologia vestibolare, 4 donne e 9 uomini di età compresa tra i 29 e i 79 anni provenienti dal nostro centro OSAS, con un valore Epworth patologico (> 9) e sono stati sottoposti a potenziali evocati vestibolari cervicali (c-Vemps) ed oculari (o-Vemps). Abbiamo poi confrontato il campione esaminato con un gruppo controllo composto da 11 soggetti, omogenei per età e sesso con valori Epworth nella norma. Risultati Nel campione esaminato abbiamo osservato, nel gruppo patologico, un’ alterazione degli o-Vemps statisticamente significativa (p<0,05) con ampiezza ridotta e latenza aumentata. Nei c-Vemps abbiamo riscontrato una differenza significativa (p<0,05) nell’ ampiezza, ma non nella latenza. Correlando poi i risultati dei Vemps con quelli della scala di Epworth abbiamo osservato inoltre che c’è un rapporto inversamente proporzionale tra la gravità della sonnolenza e l’ampiezza sia negli o-Vemps che nei c-Vemps mentre il rapporto diventa direttamente proporzionale con la latenza nei soli o-Vemps. Conclusioni La diretta correlazione tra la scala di Epworth, esame soggettivo, e la variazione delle ampiezze e delle latenze dei Vemps (esame oggettivo) riscontrate nella nostra indagine, dimostra come i potenziali evocati vestibolari, in modo particolare gli o-Vemps, possano essere utilizzati come metodica oggettiva non solo per la valutazione della sonnolenza acuta, come suggeriscono già alcuni studi, ma anche e sopratutto per quella cronica tipica dei pazienti affetti da OSAS. I Vemps pertanto potrebbero essere utilizzati come test di screening per la sonnolenza diurna eliminando l’ambiguità del test di Epworth, che per la sua soggettività può dare luogo a falsi negativi, nell’ottica della riduzione degli incidenti stradali indotti dalla sonnolenza cronica.

I VEMPs come metodica oggettiva per la valutazione della sonnolenza diurna nei pazienti affetti da OSAS

Giampaolo Quaternato;Carmen Galliani;Giampiero Neri
2019-01-01

Abstract

La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) è un disordine comune che colpisce il 6-13% della popolazione adulta, ed è caratterizzata dal collasso delle alte vie aeree durante il sonno. I continui cicli di desaturazione e ri-ossigenazione ematica caratteristici dell’OSAS, causano l’ attivazione della cascata infiammatoria con stress ossidativo, disfunzione endoteliale e una ridotta perfusione ematica d’organo. Questa ipossia notturna cronica è noto che sia causa dell’aumentato rischio di patologie ardiovascolari, neurologiche e pneumologiche. Ma il grande impatto sociale di questo disturbo è dovuto anche al fatto che provoca una scarsa qualità del sonno con conseguente eccessiva sonnolenza diurna, a sua volta causa del 21,9 % degli incidenti stradali occorsi sulle rete autostradale italiana con una mortalità maggiore rispetto ad altre cause. L’orecchio interno è un distretto dotato di un circolo ematico di tipo terminale incapace di creare circoli collaterali, per cui risulta estremamente sensibile alle alterazioni ipossiche come quelle tipiche dell’ OSAS ed infatti nella letteratura più recente sono presenti studi che indicano come la deprivazione del sonno e quindi la sonnolenza acuta che ne deriva, possa modificare i potenziali evocati vestibolari miogeni. Abbiamo pertanto voluto indagare se questo stesso parametro (Vemps) potesse essere modificato anche nella persona con sonnolenza cronica come il paziente affetto da OSAS in modo da offrire un metodo oggettivamente misurabile tra la funzione vestibolare e sonnolenza diurna da OSAS Materiali e Metodi Sono stati reclutati 13 pazienti con anamnesi negativa per patologia vestibolare, 4 donne e 9 uomini di età compresa tra i 29 e i 79 anni provenienti dal nostro centro OSAS, con un valore Epworth patologico (> 9) e sono stati sottoposti a potenziali evocati vestibolari cervicali (c-Vemps) ed oculari (o-Vemps). Abbiamo poi confrontato il campione esaminato con un gruppo controllo composto da 11 soggetti, omogenei per età e sesso con valori Epworth nella norma. Risultati Nel campione esaminato abbiamo osservato, nel gruppo patologico, un’ alterazione degli o-Vemps statisticamente significativa (p<0,05) con ampiezza ridotta e latenza aumentata. Nei c-Vemps abbiamo riscontrato una differenza significativa (p<0,05) nell’ ampiezza, ma non nella latenza. Correlando poi i risultati dei Vemps con quelli della scala di Epworth abbiamo osservato inoltre che c’è un rapporto inversamente proporzionale tra la gravità della sonnolenza e l’ampiezza sia negli o-Vemps che nei c-Vemps mentre il rapporto diventa direttamente proporzionale con la latenza nei soli o-Vemps. Conclusioni La diretta correlazione tra la scala di Epworth, esame soggettivo, e la variazione delle ampiezze e delle latenze dei Vemps (esame oggettivo) riscontrate nella nostra indagine, dimostra come i potenziali evocati vestibolari, in modo particolare gli o-Vemps, possano essere utilizzati come metodica oggettiva non solo per la valutazione della sonnolenza acuta, come suggeriscono già alcuni studi, ma anche e sopratutto per quella cronica tipica dei pazienti affetti da OSAS. I Vemps pertanto potrebbero essere utilizzati come test di screening per la sonnolenza diurna eliminando l’ambiguità del test di Epworth, che per la sua soggettività può dare luogo a falsi negativi, nell’ottica della riduzione degli incidenti stradali indotti dalla sonnolenza cronica.
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