Introduzione: la resilienza si riferisce a come le persone, indipendentemente dalla loro età, affrontano le difficoltà della vita, tra queste l’esperienza di malattia. Lo studio della resilienza nelle persone affette da patologie croniche sta attirando sempre più interesse, sia in ambito politico che clinico, anche per i potenziali effetti benessere, la qualità della vita e sul welfare (Ghanei,2016). Le malattie cronico degenerative costituiscono una grande fonte di stress per il nostro sistema psico-fisiologico al quale è necessario rispondere attraverso un cambiamento alla nuova condizione che si impone. L’osteoporosi rientra in queste ultime, con un esordio sintomatico con frattura. L’Italia è il secondo paese in Europa per prevalenza di osteoporosi: 4 milioni di persone affette; 3,2 milioni di donne; 0,8 milioni di uomini (IOF,2018). Le fratture ossee sono la principale conseguenze dell'osteoporosi, dal punto di vista clinico, sociale ed economico e possono rappresentare un serio ostacolo all'invecchiamento in buona salute compromettendo l'indipendenza, la qualità della vita e la sua durata. Questa condizione contribuisce a: diminuire mobilità e prestazioni fisiche; aumentare isolamento sociale, mancanza di fiducia in sé, depressione e morte prematura 2,7 volte superiore a quella delle persone senza fratture (Adachi,2001;Cauley,2000;Kado,2007). I pazienti con una frattura vertebrale dovrebbero essere sottoposti ad una terapia anti-frattura che includa l’attività fisica (Kendler,2016). A tal proposito sono sempre più numerose le evidenze scientifiche che sostengono come l’AF possa essere un mezzo per aumentare la resilienza. L'AF fisico regolare induce benefici psico-fisiologici positivi, contrasta le potenziali conseguenze di eventi stressanti e previene molte malattie croniche; rinforza l’autostima e l’autoefficacia, elementi fondamentali nella costruzione della resilienza (Deuster,2013). Lo studio sperimentale, controllato non randomizzato, OSTEO-AFA/2014, è stato condotto su donne con osteoporosi post-menopausale e fratture vertebrali, al fine di valutare i benefici in termini di qualità della vita, performance motoria e paura di cadere, di un programma di AF adattata (AFA) di media intensità della durata di 6 mesi. L’importanza dell’effetto del programma in studio è stato valutata tramite il calcolo dell’effect size (ES) proposta da Cohen. Materiali e Metodi: le donne assegnate al gruppo sperimentale (GS) hanno eseguito, 2 volte alla settimana per 60 minuti, un programma di esercizio specificatamente strutturato somministrato da laureati in scienze motorie, che includeva esercizi posturali e di rinforzo muscolare. Il gruppo controllo (GC) riceveva l’indicazione generica di fare AF. Alla baseline e al follow-up sono stati valutati i seguenti esiti: qualità della vita (ECOS-16), paura di cadere (FES-1), capacità funzionale (6MWT), equilibrio (scala Tinetti), flessibilità della colonna (Chair Sit&Reach). È stato analizzato lo score della componente mentale (MCS) contenuta nell’ECOS-16 per indagare nello specifico i benefici del protocollo AFA in termini di resilienza. Risultati: sono state incluse nelle analisi 40 donne (22GS;18GC). Complessivamente nel GS si è sempre osservato un miglioramento in tutti gli esiti in studio, mentre sono rimasti invariati nel CG. Il protocollo AFA in studio ha avuto un grande effetto nel ridurre la paura di cadere (FES-I, ES=1,007), migliorare l’equilibrio (scala Tinetti, ES=0,871), la performance fisica (6-MWT, ES=1,390) e la qualità della vita (ECOS-16, ES=1,204) in particolare nella sua componente mentale. Conclusione: lo studio ha dimostrato che il programma AFA è in grado di migliorare in maniera statisticamente significativa la qualità della vita, ridurre la paura di cadere e migliorare l'efficienza fisica. Le dimensioni di grande effetto riscontrate in particolare nella componente mentale dell’ECOS-16 suggeriscono un significato anche in termini di miglioramento della resilienza.

Benessere e resilienza in donne con osteoporosi e fratture vertebrali: l’attività fisica può contribuire? Risultati dello studio Osteo-AFA 2014

Marini Sofia;
2019-01-01

Abstract

Introduzione: la resilienza si riferisce a come le persone, indipendentemente dalla loro età, affrontano le difficoltà della vita, tra queste l’esperienza di malattia. Lo studio della resilienza nelle persone affette da patologie croniche sta attirando sempre più interesse, sia in ambito politico che clinico, anche per i potenziali effetti benessere, la qualità della vita e sul welfare (Ghanei,2016). Le malattie cronico degenerative costituiscono una grande fonte di stress per il nostro sistema psico-fisiologico al quale è necessario rispondere attraverso un cambiamento alla nuova condizione che si impone. L’osteoporosi rientra in queste ultime, con un esordio sintomatico con frattura. L’Italia è il secondo paese in Europa per prevalenza di osteoporosi: 4 milioni di persone affette; 3,2 milioni di donne; 0,8 milioni di uomini (IOF,2018). Le fratture ossee sono la principale conseguenze dell'osteoporosi, dal punto di vista clinico, sociale ed economico e possono rappresentare un serio ostacolo all'invecchiamento in buona salute compromettendo l'indipendenza, la qualità della vita e la sua durata. Questa condizione contribuisce a: diminuire mobilità e prestazioni fisiche; aumentare isolamento sociale, mancanza di fiducia in sé, depressione e morte prematura 2,7 volte superiore a quella delle persone senza fratture (Adachi,2001;Cauley,2000;Kado,2007). I pazienti con una frattura vertebrale dovrebbero essere sottoposti ad una terapia anti-frattura che includa l’attività fisica (Kendler,2016). A tal proposito sono sempre più numerose le evidenze scientifiche che sostengono come l’AF possa essere un mezzo per aumentare la resilienza. L'AF fisico regolare induce benefici psico-fisiologici positivi, contrasta le potenziali conseguenze di eventi stressanti e previene molte malattie croniche; rinforza l’autostima e l’autoefficacia, elementi fondamentali nella costruzione della resilienza (Deuster,2013). Lo studio sperimentale, controllato non randomizzato, OSTEO-AFA/2014, è stato condotto su donne con osteoporosi post-menopausale e fratture vertebrali, al fine di valutare i benefici in termini di qualità della vita, performance motoria e paura di cadere, di un programma di AF adattata (AFA) di media intensità della durata di 6 mesi. L’importanza dell’effetto del programma in studio è stato valutata tramite il calcolo dell’effect size (ES) proposta da Cohen. Materiali e Metodi: le donne assegnate al gruppo sperimentale (GS) hanno eseguito, 2 volte alla settimana per 60 minuti, un programma di esercizio specificatamente strutturato somministrato da laureati in scienze motorie, che includeva esercizi posturali e di rinforzo muscolare. Il gruppo controllo (GC) riceveva l’indicazione generica di fare AF. Alla baseline e al follow-up sono stati valutati i seguenti esiti: qualità della vita (ECOS-16), paura di cadere (FES-1), capacità funzionale (6MWT), equilibrio (scala Tinetti), flessibilità della colonna (Chair Sit&Reach). È stato analizzato lo score della componente mentale (MCS) contenuta nell’ECOS-16 per indagare nello specifico i benefici del protocollo AFA in termini di resilienza. Risultati: sono state incluse nelle analisi 40 donne (22GS;18GC). Complessivamente nel GS si è sempre osservato un miglioramento in tutti gli esiti in studio, mentre sono rimasti invariati nel CG. Il protocollo AFA in studio ha avuto un grande effetto nel ridurre la paura di cadere (FES-I, ES=1,007), migliorare l’equilibrio (scala Tinetti, ES=0,871), la performance fisica (6-MWT, ES=1,390) e la qualità della vita (ECOS-16, ES=1,204) in particolare nella sua componente mentale. Conclusione: lo studio ha dimostrato che il programma AFA è in grado di migliorare in maniera statisticamente significativa la qualità della vita, ridurre la paura di cadere e migliorare l'efficienza fisica. Le dimensioni di grande effetto riscontrate in particolare nella componente mentale dell’ECOS-16 suggeriscono un significato anche in termini di miglioramento della resilienza.
2019
9780244494162
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/833853
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