Negli ultimi anni la pittura e la scultura abruzzese del Rinascimento sono state oggetto di attenzione da parte della storiografia artistica ma tra gli artisti meno studiati che forse vale la pena approfondire è sicuramente Sebastiano di Cola da Casentino, pittore e scultore legato per via documentaria a Silvestro dell’Aquila e a Saturnino Gatti che si può inserire tra i protagonisti più interessanti della scuola aquilana della seconda metà del Quattrocento. Il suo nome si tramanda perché l’artista è firmatario dell’affresco a Santa Maria ad Cryptas a Fossa e di una Madonna in terracotta policroma e conservata ora presso il deposito di San Gregorio Magno ad Ascoli Piceno ma proveniente da Arquata del Tronto. Dalle sue prime opere l’artista mostra stretti legami stilistici con la cultura romana coeva e in particolare con Antoniazzo Romano, Melozzo da Forlì e gli artisti della Cappella Sistina. Dai confronti documentari e stilistici delle opere a lui riferibili si può tracciare il profilo di un artista che con la sua bottega si era inserito perfettamente della vita artistica aquilana capace di realizzare opere di grande interesse, come si è cercato di evidenziare nel corso di questo contributo. Sebbene la sua figura sia stata in passato sottovalutata, il maestro in realtà ha delle potenzialità che vengono approfondite, migliorate e aggiornate sulla cultura contemporanea. Sebastiano è una figura attiva e si muove dall’Aquila, come fanno altri artisti contemporanei e partecipa a questo aggiornamento in senso rinascimentale della cultura aquilana tra la fine del Quattrocento e primi anni del XVI secolo non solo con la diffusione del linguaggio verrocchiesco che viene attraverso Firenze ma anche tramite un rapporto strettissimo con la Roma di Antoniazzo Romano, di Melozzo da Forlì e di tutti quegli artisti attivi nel cantiere sistino.

Ripensare l'Abruzzo. Novità su Sebastiano di Cola da Casentino

Simona Ferrauti
2024-01-01

Abstract

Negli ultimi anni la pittura e la scultura abruzzese del Rinascimento sono state oggetto di attenzione da parte della storiografia artistica ma tra gli artisti meno studiati che forse vale la pena approfondire è sicuramente Sebastiano di Cola da Casentino, pittore e scultore legato per via documentaria a Silvestro dell’Aquila e a Saturnino Gatti che si può inserire tra i protagonisti più interessanti della scuola aquilana della seconda metà del Quattrocento. Il suo nome si tramanda perché l’artista è firmatario dell’affresco a Santa Maria ad Cryptas a Fossa e di una Madonna in terracotta policroma e conservata ora presso il deposito di San Gregorio Magno ad Ascoli Piceno ma proveniente da Arquata del Tronto. Dalle sue prime opere l’artista mostra stretti legami stilistici con la cultura romana coeva e in particolare con Antoniazzo Romano, Melozzo da Forlì e gli artisti della Cappella Sistina. Dai confronti documentari e stilistici delle opere a lui riferibili si può tracciare il profilo di un artista che con la sua bottega si era inserito perfettamente della vita artistica aquilana capace di realizzare opere di grande interesse, come si è cercato di evidenziare nel corso di questo contributo. Sebbene la sua figura sia stata in passato sottovalutata, il maestro in realtà ha delle potenzialità che vengono approfondite, migliorate e aggiornate sulla cultura contemporanea. Sebastiano è una figura attiva e si muove dall’Aquila, come fanno altri artisti contemporanei e partecipa a questo aggiornamento in senso rinascimentale della cultura aquilana tra la fine del Quattrocento e primi anni del XVI secolo non solo con la diffusione del linguaggio verrocchiesco che viene attraverso Firenze ma anche tramite un rapporto strettissimo con la Roma di Antoniazzo Romano, di Melozzo da Forlì e di tutti quegli artisti attivi nel cantiere sistino.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/835011
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