Lungi dall’essere una “violenza di Stato”, il carcere deve tendere alla risocializzazione del ristretto, oltre che espletare la funzione tipicamente retributiva della pena e rimediare a contesti di pericolosità sociale. Individuare l’equilibrio tra questi interessi è sicuramente difficile e richiede al legislatore uno sforzo che, sino ad ora, non si è registrato: lo dimostrano gli scarsi investimenti in materia penitenziaria, come pure l’orribile cifra dei suicidi e degli atti di autolesionismo negli istituti, in questa prima metà d’anno. Il d.l. 4 luglio 2024, n. 92 non è certo risolutivo: con mano timida, ritocca alcuni aspetti della disciplina carceraria senza, però, apportarvi modifiche di sostanza; nondimeno, data l’entità degli interventi, non si comprende perché si sia ricorso alla decretazione d’urgenza. Il saggio propone un bilancio “a caldo” sulla novella e, in particolare sul Titolo II (“Misure in materia penitenziaria”), concludendo per la sua inadeguatezza rispetto al fine, pure esplicitato nelle relazioni tecniche, di fare fronte all’attuale tensione in diversi istituti del Paese.

Il "decreto carceri": vorrei, ma non posso

Francesco Trapella
2024-01-01

Abstract

Lungi dall’essere una “violenza di Stato”, il carcere deve tendere alla risocializzazione del ristretto, oltre che espletare la funzione tipicamente retributiva della pena e rimediare a contesti di pericolosità sociale. Individuare l’equilibrio tra questi interessi è sicuramente difficile e richiede al legislatore uno sforzo che, sino ad ora, non si è registrato: lo dimostrano gli scarsi investimenti in materia penitenziaria, come pure l’orribile cifra dei suicidi e degli atti di autolesionismo negli istituti, in questa prima metà d’anno. Il d.l. 4 luglio 2024, n. 92 non è certo risolutivo: con mano timida, ritocca alcuni aspetti della disciplina carceraria senza, però, apportarvi modifiche di sostanza; nondimeno, data l’entità degli interventi, non si comprende perché si sia ricorso alla decretazione d’urgenza. Il saggio propone un bilancio “a caldo” sulla novella e, in particolare sul Titolo II (“Misure in materia penitenziaria”), concludendo per la sua inadeguatezza rispetto al fine, pure esplicitato nelle relazioni tecniche, di fare fronte all’attuale tensione in diversi istituti del Paese.
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