La riflessione si concentra sulla conversione dei contratti nulli che costituisce un istituto noto all’esperienza giuridica sia italiana che spagnola, benché in quest’ultima non si rinvenga una norma di carattere generale assimilabile all’art. 1424 del Codice civile italiano. Sulla scorta di questa premessa, viene dato risalto alla natura ermeneutica e alla funzione rimediale della conversione che va ricondotta (non tanto o non solo) al «principio di conservazione» (artt. 1367 del Codice civile e 1284 del Código Civil), bensí alla buona fede oggettiva (artt. 1366 del Codice civile e 1258 del Código Civil). Questa prospettiva, nel valorizzare il ruolo dell’interprete, consente di giustificare la possibilità per i giudici di praticare d’ufficio la conversione, la quale assurge a strumento di controllo e di conformazione dell’autonomia negoziale delle conseguenze derivanti dalla nullità dei contratti, provvedendo – ove ne ricorrano i presupposti – a mitigarle là dove queste appaiano, in concreto, inidonee ad assicurare risultati ragionevoli e proporzionati. [The reflection focuses on the conversion of void contracts which constitutes an institution known to both Italian and Spanish legal experience, although in the latter there is no general rule comparable to art. 1424 of the Italian Civil Code. On the basis of this premise, emphasis is given to the hermeneutic nature and remedial function of conversion which must be traced back (not so much or not only) to the “principle of conservation” (articles 1367 of the Italian Civil Code and 1284 of the Spanish Civil Code), but rather to objective good faith (articles 1366 of the Italian Civil Code and 1258 of the Spanish Civil Code). This perspective, by strengthening the role of the interpreter, allows us to justify the possibility for judges to practice the conversion “ex officio”, which becomes an instrument of control and conformation of the negotiating autonomy of the consequences deriving from the nullity of contracts, providing – where exist the conditions – to mitigate them when they appear, in concrete terms, unsuitable to ensure reasonable and proportionate results.]

Oltre il principio di conservazione: interpretazione e conversione del contratto nullo nel sistema italo-spagnolo

Angelone, Marco
2024-01-01

Abstract

La riflessione si concentra sulla conversione dei contratti nulli che costituisce un istituto noto all’esperienza giuridica sia italiana che spagnola, benché in quest’ultima non si rinvenga una norma di carattere generale assimilabile all’art. 1424 del Codice civile italiano. Sulla scorta di questa premessa, viene dato risalto alla natura ermeneutica e alla funzione rimediale della conversione che va ricondotta (non tanto o non solo) al «principio di conservazione» (artt. 1367 del Codice civile e 1284 del Código Civil), bensí alla buona fede oggettiva (artt. 1366 del Codice civile e 1258 del Código Civil). Questa prospettiva, nel valorizzare il ruolo dell’interprete, consente di giustificare la possibilità per i giudici di praticare d’ufficio la conversione, la quale assurge a strumento di controllo e di conformazione dell’autonomia negoziale delle conseguenze derivanti dalla nullità dei contratti, provvedendo – ove ne ricorrano i presupposti – a mitigarle là dove queste appaiano, in concreto, inidonee ad assicurare risultati ragionevoli e proporzionati. [The reflection focuses on the conversion of void contracts which constitutes an institution known to both Italian and Spanish legal experience, although in the latter there is no general rule comparable to art. 1424 of the Italian Civil Code. On the basis of this premise, emphasis is given to the hermeneutic nature and remedial function of conversion which must be traced back (not so much or not only) to the “principle of conservation” (articles 1367 of the Italian Civil Code and 1284 of the Spanish Civil Code), but rather to objective good faith (articles 1366 of the Italian Civil Code and 1258 of the Spanish Civil Code). This perspective, by strengthening the role of the interpreter, allows us to justify the possibility for judges to practice the conversion “ex officio”, which becomes an instrument of control and conformation of the negotiating autonomy of the consequences deriving from the nullity of contracts, providing – where exist the conditions – to mitigate them when they appear, in concrete terms, unsuitable to ensure reasonable and proportionate results.]
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