Le ricerche sulla lettura ad alta voce effettuate nell’ultimo decennio evidenziano risultati importanti in termini di sviluppo di competenze cognitive e non cognitive, di competenze sociali, di benessere nei bambini, negli adolescenti e negli adulti (Batini, 2012, Batini & Bartolucci, 2019; Sclaunich, 2012). Tante sono state le attività documentate in Italia e all’estero di formazione alla lettura ad alta voce svolte in contesti educativi e di cura formali ed informali, che ne hanno testimoniato anche il potere inclusivo (Galdieri & Sibilio, 2020) la capacità di alfabetizzare le emozioni (Buccolo, 2017) o come strumento per accrescere il senso di consapevolezza (Batini et. al., 2020). Diversi sono stati gli studi, inoltre, che ne hanno testato l’efficacia sugli anziani colpiti da declino cognitivo, per i quali si riducono gli 81 stimoli sociali (Cohen-Mansfield et al., 2010), peri quali agisce come recupero della memoria a breve e a lungo termine, come stimolatore di emozioni positive, come strumento efficace contro la solitudine e gli stati ansiosi, come protettore delle facoltà cognitive, (Rui, Nouchi et al., 2012; Billington, Josie et al., 2013). Il contributo presenta una esperienza di lettura adalta voce passiva e attiva che l’autore ha svolto da febbraio a settembre 2022 con suo padre, affetto da declino cognitivo, per effetto di una demenza senile vascolare di medio-grave entità e poi con un gruppo di anziani del Centro Polivalente della città di Palagiano, attraverso cui si evidenziano lievi ma significativi risultati in termini di riduzione del declino cognitivo (Chang et. Al., 2021), di ripristino delle facoltà cognitive, di espressività degli stati emotivi e di benessere personale e sociale, e in modo lieve, dell’indipendenza e della comunicazione (Kawashima et. al., 2005; Sekiguchi & Kawashima 2007).
Una esperienza di lettura ad alta voce con anziani affetti da declino cognitivo
Giuseppe Liverano
2022-01-01
Abstract
Le ricerche sulla lettura ad alta voce effettuate nell’ultimo decennio evidenziano risultati importanti in termini di sviluppo di competenze cognitive e non cognitive, di competenze sociali, di benessere nei bambini, negli adolescenti e negli adulti (Batini, 2012, Batini & Bartolucci, 2019; Sclaunich, 2012). Tante sono state le attività documentate in Italia e all’estero di formazione alla lettura ad alta voce svolte in contesti educativi e di cura formali ed informali, che ne hanno testimoniato anche il potere inclusivo (Galdieri & Sibilio, 2020) la capacità di alfabetizzare le emozioni (Buccolo, 2017) o come strumento per accrescere il senso di consapevolezza (Batini et. al., 2020). Diversi sono stati gli studi, inoltre, che ne hanno testato l’efficacia sugli anziani colpiti da declino cognitivo, per i quali si riducono gli 81 stimoli sociali (Cohen-Mansfield et al., 2010), peri quali agisce come recupero della memoria a breve e a lungo termine, come stimolatore di emozioni positive, come strumento efficace contro la solitudine e gli stati ansiosi, come protettore delle facoltà cognitive, (Rui, Nouchi et al., 2012; Billington, Josie et al., 2013). Il contributo presenta una esperienza di lettura adalta voce passiva e attiva che l’autore ha svolto da febbraio a settembre 2022 con suo padre, affetto da declino cognitivo, per effetto di una demenza senile vascolare di medio-grave entità e poi con un gruppo di anziani del Centro Polivalente della città di Palagiano, attraverso cui si evidenziano lievi ma significativi risultati in termini di riduzione del declino cognitivo (Chang et. Al., 2021), di ripristino delle facoltà cognitive, di espressività degli stati emotivi e di benessere personale e sociale, e in modo lieve, dell’indipendenza e della comunicazione (Kawashima et. al., 2005; Sekiguchi & Kawashima 2007).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.