Il contributo intende esaminare la disciplina dei rimedi avverso la mancata fornitura e il difetto di conformità dei contenuti e servizi digitali, mettendone in luce i concreti condizionamenti per effetto dell’attuazione degli obiettivi del legislatore europeo, che oscillano tra la costituzione di un «mercato unico digitale» e il rafforzamento della tutela del consumatore. L’analisi viene condotta muovendo dalla valorizzazione della comune derivazione normativa della dir. 2019/770/UE, relativa a «determinati aspetti del contratto di fornitura di contenuto e servizi digitali», e della dir. 2019/771/UE, relativa a «determinati aspetti dei contratti di vendita di beni», onde poter attingere dagli sforzi ricostruttivi operati dalla dottrina rispetto alla disciplina «madre» della vendita dei beni di consumo di cui alla dir. 1999/44/CE (e rifluiti nell’attuale quadro regolamentare) preziosi spunti per lo studio, in chiave critica e in un’ottica di sistema, delle nuove regole in materia di contratti di fornitura di contenuti e servizi digitali. Ne emerge come l’approccio «conservativo» sotteso alla rigorosa architettura rimediale alla quale risultano improntate entrambe le discipline – strumentale al contemperamento tra la generale tutela del mercato e la protezione del contraente debole – venga nella normativa in commento a cedere ogniqualvolta vi sia la necessità di un rafforzamento della tutela del consumatore-persona.

La gerarchia rimediale nei contratti di fornitura di contenuti e servizi digitali fra conservazione del vincolo e rafforzamento delle tutele del consumatore

SARA DE LUCIA
2023-01-01

Abstract

Il contributo intende esaminare la disciplina dei rimedi avverso la mancata fornitura e il difetto di conformità dei contenuti e servizi digitali, mettendone in luce i concreti condizionamenti per effetto dell’attuazione degli obiettivi del legislatore europeo, che oscillano tra la costituzione di un «mercato unico digitale» e il rafforzamento della tutela del consumatore. L’analisi viene condotta muovendo dalla valorizzazione della comune derivazione normativa della dir. 2019/770/UE, relativa a «determinati aspetti del contratto di fornitura di contenuto e servizi digitali», e della dir. 2019/771/UE, relativa a «determinati aspetti dei contratti di vendita di beni», onde poter attingere dagli sforzi ricostruttivi operati dalla dottrina rispetto alla disciplina «madre» della vendita dei beni di consumo di cui alla dir. 1999/44/CE (e rifluiti nell’attuale quadro regolamentare) preziosi spunti per lo studio, in chiave critica e in un’ottica di sistema, delle nuove regole in materia di contratti di fornitura di contenuti e servizi digitali. Ne emerge come l’approccio «conservativo» sotteso alla rigorosa architettura rimediale alla quale risultano improntate entrambe le discipline – strumentale al contemperamento tra la generale tutela del mercato e la protezione del contraente debole – venga nella normativa in commento a cedere ogniqualvolta vi sia la necessità di un rafforzamento della tutela del consumatore-persona.
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