Il presente contributo intende riflettere intorno alla nozione di identità che si delinea nell’opera di Gesualdo Bufalino, a partire dalla sua rivisitazione del "Guerrin Meschino" (1991 e 1993). In particolare, si cercherà di dimostrare che una sovrapposizione troppo automatica tra l’autore, il vecchio puparo e il paladino-marionetta rischia di inchiodare Bufalino a un’appartenenza antropologica fin troppo deterministica. L’antologista delle "Cento Sicilie" è infatti consapevole di quanto ogni identità sia frutto di fattori molteplici, ben al di là del dato biografico. Nella sua produzione, la ricerca della radici risulta in buona parte un’invenzione delle radici, dal momento che la memoria agisce in maniera selettiva e d’altro canto si apre alle invenzioni del sogno, della fantasia e del “riessere” intertestuale.
Il cavaliere presbite. Bufalino il Meschino?
Savio, Davide
2021-01-01
Abstract
Il presente contributo intende riflettere intorno alla nozione di identità che si delinea nell’opera di Gesualdo Bufalino, a partire dalla sua rivisitazione del "Guerrin Meschino" (1991 e 1993). In particolare, si cercherà di dimostrare che una sovrapposizione troppo automatica tra l’autore, il vecchio puparo e il paladino-marionetta rischia di inchiodare Bufalino a un’appartenenza antropologica fin troppo deterministica. L’antologista delle "Cento Sicilie" è infatti consapevole di quanto ogni identità sia frutto di fattori molteplici, ben al di là del dato biografico. Nella sua produzione, la ricerca della radici risulta in buona parte un’invenzione delle radici, dal momento che la memoria agisce in maniera selettiva e d’altro canto si apre alle invenzioni del sogno, della fantasia e del “riessere” intertestuale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.