Il racconto ottocentesco "Storia di un burattino" nasceva nelle intenzioni di Collodi probabilmente come libro realistico, con le radici ben ancorate al periodo storico della sua composizione (1880-83) che vedeva nel “vero” la linfa primaria della creazione, contestualizzato com’era tra artigiani, falegnami, indigenti e dettagliate descrizioni ambientali ed esistenziali. Piano piano, però, tale assetto “verghiano”, nutrito da nuove istanze letterarie che evidentemente interferiscono e giungono a modificare l’atto narrativo, si arricchisce progressivamente di elementi “fantastici” e la storia si complica proprio in forza della contaminazione immaginosa, staccandosi nettamente dal solco impresso dai maggiori autori naturalisti degli anni Ottanta del XIX secolo. Proprio le oltre cinquanta specie animali, “convocate” da Collodi a far da personaggi in Pinocchio e ben rappresentate anche nelle illustrazioni dell’edizione Paggi, sembrano costituire infatti il punto di svolta, oltre che l’approdo più gustoso di questo processo creativo, nella direzione di un genere meravigliosamente audace nello staccarsi dalle premesse realistiche.

Collodiana. Lo zoo delle meraviglie

Luciana Pasquini
2024-01-01

Abstract

Il racconto ottocentesco "Storia di un burattino" nasceva nelle intenzioni di Collodi probabilmente come libro realistico, con le radici ben ancorate al periodo storico della sua composizione (1880-83) che vedeva nel “vero” la linfa primaria della creazione, contestualizzato com’era tra artigiani, falegnami, indigenti e dettagliate descrizioni ambientali ed esistenziali. Piano piano, però, tale assetto “verghiano”, nutrito da nuove istanze letterarie che evidentemente interferiscono e giungono a modificare l’atto narrativo, si arricchisce progressivamente di elementi “fantastici” e la storia si complica proprio in forza della contaminazione immaginosa, staccandosi nettamente dal solco impresso dai maggiori autori naturalisti degli anni Ottanta del XIX secolo. Proprio le oltre cinquanta specie animali, “convocate” da Collodi a far da personaggi in Pinocchio e ben rappresentate anche nelle illustrazioni dell’edizione Paggi, sembrano costituire infatti il punto di svolta, oltre che l’approdo più gustoso di questo processo creativo, nella direzione di un genere meravigliosamente audace nello staccarsi dalle premesse realistiche.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/846893
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