Cosa succede di strano nel lussuoso studio romano di Giorgio Montani, famoso commediografo “Fin de siècle”, creato nel 1895 dalla penna di Luigi Capuana appositamente per le appendici della «Nuova Antologia»? Nel terzo romanzo del siciliano, intitolato "La sfinge", la personalità pienamente dannunziana del personaggio è protagonista di peripezie psico-patologiche dovute alla sua ambivalente interiorità, che oscilla tra il prototipo edonista e superficiale di Andrea Sperelli e quello più visceralmente parossistico di Giorgio Aurispa (di cui ruba anche il nome), fautore del duplice suicidio del "Trionfo della morte".
Capuana, un verista “dannunziano”.
Luciana Pasquini
2024-01-01
Abstract
Cosa succede di strano nel lussuoso studio romano di Giorgio Montani, famoso commediografo “Fin de siècle”, creato nel 1895 dalla penna di Luigi Capuana appositamente per le appendici della «Nuova Antologia»? Nel terzo romanzo del siciliano, intitolato "La sfinge", la personalità pienamente dannunziana del personaggio è protagonista di peripezie psico-patologiche dovute alla sua ambivalente interiorità, che oscilla tra il prototipo edonista e superficiale di Andrea Sperelli e quello più visceralmente parossistico di Giorgio Aurispa (di cui ruba anche il nome), fautore del duplice suicidio del "Trionfo della morte".File in questo prodotto:
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