Nella prosa dei Malavoglia l’analisi della componente sonora e del ritmo della narrazione fa registrare un’attenzione speciale dello scrittore verso la restituzione della percezione fonica del reale. Ci sono pagine del romanzo fitte di rumori e suoni, umani e della natura, variamente intrecciati secondo un ritmo che si fa esso stesso veicolo di senso. Linguisti, critici letterari, scrittori hanno riflettuto su questo dato (Luchino Visconti parlava di un «intimo e musicale ritmo […] che dà il tono religioso e fatale dell’antica tragedia»), da mettere in relazione con la singolare tecnica narrativa verghiana. Nella scoperta di un soggetto congeniale, che favorisca la regressione del narratore al livello dei personaggi, più facilmente il suono si carica di senso guidando al contempo il ritmo naturale del narrare. Un approdo cui Verga giunge con indubbia lucidità teorica e con buona attrezzatura retorica ma, più nel profondo, per vie che attengono alla fenomenologia della percezione e al funzionamento delle emozioni nel processo di creazione artistica. A partire dal binomio parola/cosa, il discorso si apre e si chiude con una riflessione sul segno e sul confronto fra l’operazione mitopoietica verghiana e quella dannunziana.
Le parole, le cose, i suoni dei 'Malavoglia'
Antonella DI NALLO
Primo
2024-01-01
Abstract
Nella prosa dei Malavoglia l’analisi della componente sonora e del ritmo della narrazione fa registrare un’attenzione speciale dello scrittore verso la restituzione della percezione fonica del reale. Ci sono pagine del romanzo fitte di rumori e suoni, umani e della natura, variamente intrecciati secondo un ritmo che si fa esso stesso veicolo di senso. Linguisti, critici letterari, scrittori hanno riflettuto su questo dato (Luchino Visconti parlava di un «intimo e musicale ritmo […] che dà il tono religioso e fatale dell’antica tragedia»), da mettere in relazione con la singolare tecnica narrativa verghiana. Nella scoperta di un soggetto congeniale, che favorisca la regressione del narratore al livello dei personaggi, più facilmente il suono si carica di senso guidando al contempo il ritmo naturale del narrare. Un approdo cui Verga giunge con indubbia lucidità teorica e con buona attrezzatura retorica ma, più nel profondo, per vie che attengono alla fenomenologia della percezione e al funzionamento delle emozioni nel processo di creazione artistica. A partire dal binomio parola/cosa, il discorso si apre e si chiude con una riflessione sul segno e sul confronto fra l’operazione mitopoietica verghiana e quella dannunziana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


