L'articolo prende in esame i caratteri formali della documentazione vescovile prodotta ad Arezzo nell'XI secolo. In questo periodo Arezzo rappresenta un nodo strategico nell'equilibrio di potere tra Impero e Papato, che, non a caso, esercitarono la loro pressione affinché la città fosse governata da persone di propria fiducia; tra queste spicca il vescovo Teodaldo, educato alla corte imperiale di Enrico II, nonché membro e zio di Matilde, contessa di Canossa. Il vescovo Teodaldo avviò un ampio e articolato processo che interessò vari ambiti della politica di governo e di amministrazione della diocesi, che trovò spazio ed espressione anche e soprattutto nella formulazione di nuovi schemi compositivi atti a manifestare e tutelare la giurisdizione dei vescovi aretini. Tutto ciò si tradusse nella promozione di una intensa attività scrittoria che, facendo perno sulle competenze giuridico-consuetudinarie di parte del notariato locale, riuscì ad anticipare alcune delle dinamiche che diventeranno tipiche dell'organizzazione del lavoro presso buona parte delle curie diocesane dell'Italia centro-settentrionale tra XI e XII secolo.
La documentazione d'archivio aretina al tempo del vescovo Teoldaldo
Simone Allegria
2024-01-01
Abstract
L'articolo prende in esame i caratteri formali della documentazione vescovile prodotta ad Arezzo nell'XI secolo. In questo periodo Arezzo rappresenta un nodo strategico nell'equilibrio di potere tra Impero e Papato, che, non a caso, esercitarono la loro pressione affinché la città fosse governata da persone di propria fiducia; tra queste spicca il vescovo Teodaldo, educato alla corte imperiale di Enrico II, nonché membro e zio di Matilde, contessa di Canossa. Il vescovo Teodaldo avviò un ampio e articolato processo che interessò vari ambiti della politica di governo e di amministrazione della diocesi, che trovò spazio ed espressione anche e soprattutto nella formulazione di nuovi schemi compositivi atti a manifestare e tutelare la giurisdizione dei vescovi aretini. Tutto ciò si tradusse nella promozione di una intensa attività scrittoria che, facendo perno sulle competenze giuridico-consuetudinarie di parte del notariato locale, riuscì ad anticipare alcune delle dinamiche che diventeranno tipiche dell'organizzazione del lavoro presso buona parte delle curie diocesane dell'Italia centro-settentrionale tra XI e XII secolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.