L’età adolescenziale, sempre più articolata e resa complessa da diverse criticità valoriali, sociali e culturali, si configura oggi come una delle fasi più ardue e incerte dell’esistenza umana sempre più oggetto della riflessione pedagogica. Consegnati a se stessi, travolti dal caos e dall’inquietudine, immersi in un metaverso sempre più avvinghiato da intelligenza artificiale e piattaforme social online, molti adolescenti incontrano, nei meandri delle loro complessità interiori, la via della disperazione più nera e acuta, quella della fine di ogni speranza, quella della cessazione di ogni sentimento di bellezza del vivere, dove ogni espressione vitale precipita nell’assurdo di un dolore indicibile che tracima in un’angoscia che culmina nel desiderio di morte, della propria morte, come nei casi di suicidio, o della morte dell’altro, visto come nemico/nemica da annientare. Fatti che rimandano alla necessità di affacciarsi all’interno di quella zona oscura e solitaria della psiche che facciamo ancora fatica a riconoscere, in noi stessi e negli altri, e che è stato efficacemente esposto nella miniserie britannica del 2025, Adolescence, che ha generato, a livello nazionale e internazionale, un esteso e acceso dibattito culturale e scientifico. L’accoltellamento e l’omicidio brutale di Katie da parte del tredicenne Jamie, rivela un sottosuolo di relazioni violente e di modi relazionali distorti all’interno di un universo giovanile dove il virtuale si mischia con il reale in un continuum dove la virtualità, con le sue dinamiche relativamente semplici, rivelano la complessità della vita psichica individuale adolescenziale, ancora in fase di costruzione e di assestamento. Incel (involuntary celibates) e manosfera, effetti diretti dei processi di digitalizzazione delle relazioni negli spazi digitali (forum, siti, canali, etc.), sono espressioni che definiscono una certa mascolinità tossica con contenuti dichiaratamente misogini e antifemministi. Sessismo, bullismo e violenza sono le zone oscure che caratterizzano la vita adolescenziale in un contesto sociale, scolastico, educativo e relazionale solo formalmente adeguato. Tale condizione, che mette in evidenza il profondo disagio minorile, implica anche una riflessione sulla condizione della genitorialità e dell’educazione contemporanea, fortemente provate da modelli sempre meno equilibrati fra l’asse emotivo-affettivo e quello delle regole e dei limiti. L’amore, l’amicizia, l’affettività e la sessualità, l’attenzione pedagogica alla vita psichica ed emotiva degli adolescenti diventa espressione di quella cura capace di farsi carico dell’altro, prestando ascolto a tutti quei segnali, impliciti o espliciti, che cercano di tradurre l’incomunicabile e l’inesprimibile in uno spazio sicuro all’interno del quale compiere la propria trasformazione nell’atanor caldo del forno alchemico della famiglia e della scuola con metodi narrativi e dialogici.
"Adolescence": disagio e devianza minorile fra "incel" e "manosfera". La narrazione nell'educazione emotiva e sentimentale.
Luana Di Profio
2025-01-01
Abstract
L’età adolescenziale, sempre più articolata e resa complessa da diverse criticità valoriali, sociali e culturali, si configura oggi come una delle fasi più ardue e incerte dell’esistenza umana sempre più oggetto della riflessione pedagogica. Consegnati a se stessi, travolti dal caos e dall’inquietudine, immersi in un metaverso sempre più avvinghiato da intelligenza artificiale e piattaforme social online, molti adolescenti incontrano, nei meandri delle loro complessità interiori, la via della disperazione più nera e acuta, quella della fine di ogni speranza, quella della cessazione di ogni sentimento di bellezza del vivere, dove ogni espressione vitale precipita nell’assurdo di un dolore indicibile che tracima in un’angoscia che culmina nel desiderio di morte, della propria morte, come nei casi di suicidio, o della morte dell’altro, visto come nemico/nemica da annientare. Fatti che rimandano alla necessità di affacciarsi all’interno di quella zona oscura e solitaria della psiche che facciamo ancora fatica a riconoscere, in noi stessi e negli altri, e che è stato efficacemente esposto nella miniserie britannica del 2025, Adolescence, che ha generato, a livello nazionale e internazionale, un esteso e acceso dibattito culturale e scientifico. L’accoltellamento e l’omicidio brutale di Katie da parte del tredicenne Jamie, rivela un sottosuolo di relazioni violente e di modi relazionali distorti all’interno di un universo giovanile dove il virtuale si mischia con il reale in un continuum dove la virtualità, con le sue dinamiche relativamente semplici, rivelano la complessità della vita psichica individuale adolescenziale, ancora in fase di costruzione e di assestamento. Incel (involuntary celibates) e manosfera, effetti diretti dei processi di digitalizzazione delle relazioni negli spazi digitali (forum, siti, canali, etc.), sono espressioni che definiscono una certa mascolinità tossica con contenuti dichiaratamente misogini e antifemministi. Sessismo, bullismo e violenza sono le zone oscure che caratterizzano la vita adolescenziale in un contesto sociale, scolastico, educativo e relazionale solo formalmente adeguato. Tale condizione, che mette in evidenza il profondo disagio minorile, implica anche una riflessione sulla condizione della genitorialità e dell’educazione contemporanea, fortemente provate da modelli sempre meno equilibrati fra l’asse emotivo-affettivo e quello delle regole e dei limiti. L’amore, l’amicizia, l’affettività e la sessualità, l’attenzione pedagogica alla vita psichica ed emotiva degli adolescenti diventa espressione di quella cura capace di farsi carico dell’altro, prestando ascolto a tutti quei segnali, impliciti o espliciti, che cercano di tradurre l’incomunicabile e l’inesprimibile in uno spazio sicuro all’interno del quale compiere la propria trasformazione nell’atanor caldo del forno alchemico della famiglia e della scuola con metodi narrativi e dialogici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


