Quello che si sta verificando con la nuova I. A. è l’inscrizione nella realtà di nuove forme dell’agere, ma non dell’intelligere. Ma l’agere e l’intelligere morale, creativo, poetico, artistico, estetico ed educativo resteranno, anche dinanzi a prospettive fantascientifiche, prerogative e responsabilità esclusivamente umane, quelle che ci fanno riconoscere la bellezza e la poesia insita nei rovi di more e di fragole selvatiche, nelle margherite bianche, nei ranuncoli gialli o nei tappeti lilla di veronica di un prato incolto, preservandole dalla cecità del taglio indiscriminato determinato da un cieco algoritmo. Macchine che non sanno, non vedono e non provano sentimenti, né nell’ambito della sfera emotiva, né in quello della dimensione estetica e poetica dell’uomo che, come in Kant e Schiller, ci invita a considerare il giudizio estetico quale parte delle facoltà più raffinate della mente, insieme alle abilità della mente razionale, da educare e affinare in un gioco di armonia delle parti strettamente connesso al genio, ma anche all’ingenuo e al sublime. Complessità armonica di sapienza, intelletto, ragione e sentimento, intuizione ed emozione che nessuna macchina potrà mai eguagliare.
"Il posto delle fragole" nell'Intelligenza Artificiale. Riflessioni pedagogiche sull'irriducibile umano
Luana Di Profio
2025-01-01
Abstract
Quello che si sta verificando con la nuova I. A. è l’inscrizione nella realtà di nuove forme dell’agere, ma non dell’intelligere. Ma l’agere e l’intelligere morale, creativo, poetico, artistico, estetico ed educativo resteranno, anche dinanzi a prospettive fantascientifiche, prerogative e responsabilità esclusivamente umane, quelle che ci fanno riconoscere la bellezza e la poesia insita nei rovi di more e di fragole selvatiche, nelle margherite bianche, nei ranuncoli gialli o nei tappeti lilla di veronica di un prato incolto, preservandole dalla cecità del taglio indiscriminato determinato da un cieco algoritmo. Macchine che non sanno, non vedono e non provano sentimenti, né nell’ambito della sfera emotiva, né in quello della dimensione estetica e poetica dell’uomo che, come in Kant e Schiller, ci invita a considerare il giudizio estetico quale parte delle facoltà più raffinate della mente, insieme alle abilità della mente razionale, da educare e affinare in un gioco di armonia delle parti strettamente connesso al genio, ma anche all’ingenuo e al sublime. Complessità armonica di sapienza, intelletto, ragione e sentimento, intuizione ed emozione che nessuna macchina potrà mai eguagliare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


