Il testo analizza la relazione tra l’autostrada dei Parchi (Roma - Pescara - Roma) e il paesaggio, affrontando una contraddizione storica: quella tra la costruzione infrastrutturale e la percezione ambientale. Il tema centrale ruota attorno alla capacità di osservare e interpretare il territorio oltre la mera funzionalità del viaggio, rendendo l’attraversamento non un’esperienza vicaria ma un atto pieno di senso, in cui lo sguardo attivo diventa strumento di lettura e di progetto. Il metodo principale è basato sull’osservazione diretta e la documentazione visiva (schizzi, acquerelli, rilievi grafici) contenuti nel libro Federico Bilò, RO>PE_derive_PE>RO, Libria, Melfi 2021, affiancata da riflessione testuale e analisi relazionale del contesto. Questi strumenti non si limitano a riportare fedelmente ciò che si vede, ma anche a mettere in tensione tra loro diversi codici: grafico, numerico e testuale. Il libro diventa così non solo diario di viaggio, ma anche atlante di paesaggi e laboratorio didattico per una pedagogia attiva che supera le esercitazioni figurative prive di misura. Di qui l’idea che l’autostrada non sia necessariamente corpo estraneo al paesaggio, ma può instaurare una relazione profonda, dove la dimenticanza della “verità contraria” è errore interpretativo. I disegni e le osservazioni propongono una lettura relazionale, in cui l’infrastruttura modifica, ma anche è modificata dal territorio, con visuali e angolazioni che svelano prospettive molteplici e possibili. La prospettiva è riattivare uno sguardo critico sull’esperienza del viaggio, fornire agli studenti strumenti multidimensionali per la lettura dello spazio, promuovere una didattica architettonica che sia capace di incidere positivamente sulla formazione e sulla società. Il lavoro dimostra la necessità di tornare ad osservare direttamente i luoghi, ribaltando la condizione passiva della mera visualizzazione, e invita il docente a tornare ad essere figura intellettuale e critica, capace di “mettere in discussione lo status quo e di interpretare la società con i suoi problemi e opportunità”.

Il paesaggio dell’autostrada dei parchi. Osservazioni in itinere

Antonio Alberto Clemente
2024-01-01

Abstract

Il testo analizza la relazione tra l’autostrada dei Parchi (Roma - Pescara - Roma) e il paesaggio, affrontando una contraddizione storica: quella tra la costruzione infrastrutturale e la percezione ambientale. Il tema centrale ruota attorno alla capacità di osservare e interpretare il territorio oltre la mera funzionalità del viaggio, rendendo l’attraversamento non un’esperienza vicaria ma un atto pieno di senso, in cui lo sguardo attivo diventa strumento di lettura e di progetto. Il metodo principale è basato sull’osservazione diretta e la documentazione visiva (schizzi, acquerelli, rilievi grafici) contenuti nel libro Federico Bilò, RO>PE_derive_PE>RO, Libria, Melfi 2021, affiancata da riflessione testuale e analisi relazionale del contesto. Questi strumenti non si limitano a riportare fedelmente ciò che si vede, ma anche a mettere in tensione tra loro diversi codici: grafico, numerico e testuale. Il libro diventa così non solo diario di viaggio, ma anche atlante di paesaggi e laboratorio didattico per una pedagogia attiva che supera le esercitazioni figurative prive di misura. Di qui l’idea che l’autostrada non sia necessariamente corpo estraneo al paesaggio, ma può instaurare una relazione profonda, dove la dimenticanza della “verità contraria” è errore interpretativo. I disegni e le osservazioni propongono una lettura relazionale, in cui l’infrastruttura modifica, ma anche è modificata dal territorio, con visuali e angolazioni che svelano prospettive molteplici e possibili. La prospettiva è riattivare uno sguardo critico sull’esperienza del viaggio, fornire agli studenti strumenti multidimensionali per la lettura dello spazio, promuovere una didattica architettonica che sia capace di incidere positivamente sulla formazione e sulla società. Il lavoro dimostra la necessità di tornare ad osservare direttamente i luoghi, ribaltando la condizione passiva della mera visualizzazione, e invita il docente a tornare ad essere figura intellettuale e critica, capace di “mettere in discussione lo status quo e di interpretare la società con i suoi problemi e opportunità”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/866633
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