Background: la rigidità arteriosa rappresenta un promettente marcatore di danno d’organo nel paziente con fattori di rischio cardiovascolare convenzionali ed emergenti e la sua valutazione è raccomandata dalle più recenti linee guida sull’ipertensione arteriosa. Nel nostro studio abbiamo valutato la correlazione tra gli indici di rigidità arteriosa e il rischio cardiovascolare globale (RCG) stimato allo scopo di identificare un parametro che possa meglio definire il profilo di rischio cardiovascolare. Metodi: mediante l’utilizzo del sistema Vicorder (Medical Graphics Italia) sono stati valutati gli indici di stiffness arteriosa (Pulse Wave Velocity Carotido-Femorale, PWV, e Augmentation Index, AI) di 221 soggetti consecutivi in prevenzione primaria (età media=54,0±13,9 anni; maschi=57%, ipertesi=63,8%) giunti presso il nostro centro nel periodo marzo-giugno 2012 per una valutazione cardiovascolare. Per ogni soggetto sono stati raccolti i principali parametri antropometrici, la pressione arteriosa in clino- e ortostatismo e valutato il RCG a 10 anni mediante il Framingham Risk Score (FRS) e il calcolatore individuale del rischio del progetto Cuore (CUORE). I dati sono stati analizzati mediante software SPSS 16.0 per Windows. Risultati: la PWV media è risultata 8,47±3,86 m/s, l’AI medio era 25,1±7,7%. I valori di PWV correlavano positivamente con il RCG stimato mediante FRS (r=0,343 p<0,001) e CUORE (r=0,289 p=0,001) così come i valori di AI (r=0,288 p<0,001 e r=0,321 p<0.001, rispettivamente). Considerando i soli pazienti ipertesi (n=142, età media=58,7±13,5, maschi=54,9%), la correlazione tra PWV, AI e RCG si rafforza considerando sia il FRS (r=0,389, p<0,001; r=0,319, p=0,001 rispettivamente), sia l’algoritmo CUORE (r=0,427 p<0.001; r=0,374 p=0.001). Tra i due algoritmi (FRS e CUORE) è stato riscontrato un elevato grado di correlazione (r=0,882, p<0,001). Come atteso, i valori di PWV correlavano positivamente con l’età (r=0,336 p<0,001) e con la presenza di ipertensione arteriosa. Conclusioni: la stiffness arteriosa, valutata mediante tecnica non invasiva, correla positivamente con il RCG stimato a 10 anni nei pazienti in prevenzione primaria. Tale osservazione rafforza le potenzialità della valutazione della stiffness arteriosa nella stratificazione prognostica del paziente a rischio cardiovascolare e, soprattutto, del paziente iperteso

Indici di rigidità arteriosa e rischio cardiovascolare globale: risultati da una popolazione abruzzese in prevenzione primaria

SANTOVITO, DONATO;BUCCI, Marco;PAGANELLI, CAMILLA;PAGNOTTELLA, MARCO;MEZZETTI, Andrea;CIPOLLONE, Francesco
2012-01-01

Abstract

Background: la rigidità arteriosa rappresenta un promettente marcatore di danno d’organo nel paziente con fattori di rischio cardiovascolare convenzionali ed emergenti e la sua valutazione è raccomandata dalle più recenti linee guida sull’ipertensione arteriosa. Nel nostro studio abbiamo valutato la correlazione tra gli indici di rigidità arteriosa e il rischio cardiovascolare globale (RCG) stimato allo scopo di identificare un parametro che possa meglio definire il profilo di rischio cardiovascolare. Metodi: mediante l’utilizzo del sistema Vicorder (Medical Graphics Italia) sono stati valutati gli indici di stiffness arteriosa (Pulse Wave Velocity Carotido-Femorale, PWV, e Augmentation Index, AI) di 221 soggetti consecutivi in prevenzione primaria (età media=54,0±13,9 anni; maschi=57%, ipertesi=63,8%) giunti presso il nostro centro nel periodo marzo-giugno 2012 per una valutazione cardiovascolare. Per ogni soggetto sono stati raccolti i principali parametri antropometrici, la pressione arteriosa in clino- e ortostatismo e valutato il RCG a 10 anni mediante il Framingham Risk Score (FRS) e il calcolatore individuale del rischio del progetto Cuore (CUORE). I dati sono stati analizzati mediante software SPSS 16.0 per Windows. Risultati: la PWV media è risultata 8,47±3,86 m/s, l’AI medio era 25,1±7,7%. I valori di PWV correlavano positivamente con il RCG stimato mediante FRS (r=0,343 p<0,001) e CUORE (r=0,289 p=0,001) così come i valori di AI (r=0,288 p<0,001 e r=0,321 p<0.001, rispettivamente). Considerando i soli pazienti ipertesi (n=142, età media=58,7±13,5, maschi=54,9%), la correlazione tra PWV, AI e RCG si rafforza considerando sia il FRS (r=0,389, p<0,001; r=0,319, p=0,001 rispettivamente), sia l’algoritmo CUORE (r=0,427 p<0.001; r=0,374 p=0.001). Tra i due algoritmi (FRS e CUORE) è stato riscontrato un elevato grado di correlazione (r=0,882, p<0,001). Come atteso, i valori di PWV correlavano positivamente con l’età (r=0,336 p<0,001) e con la presenza di ipertensione arteriosa. Conclusioni: la stiffness arteriosa, valutata mediante tecnica non invasiva, correla positivamente con il RCG stimato a 10 anni nei pazienti in prevenzione primaria. Tale osservazione rafforza le potenzialità della valutazione della stiffness arteriosa nella stratificazione prognostica del paziente a rischio cardiovascolare e, soprattutto, del paziente iperteso
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/384483
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact