Ad oltre dieci anni di distanza dalla Dichiarazione di Messina, il processo di adozione dell’Open access da parte dei nostri atenei è appena all’inizio, nonostante le Linee guida emanate nel 2013 dalla Crui, che auspica una sinergia tra università che vada al di là della comunione di intenti. Un passaggio opportuno, che implica un cambio di passo del sistema rispetto all’evoluzione del dominio pubblico, dilatatosi con l’avvento delle relazioni “social” e della connettività permanente. La società dei consumi descritta da Baudrillard implica infatti non solo la trasformazione delle modalità di rappresentatività collettiva delle istanze culturali, ma anche il radicale mutamento dell’infrastruttura della sfera pubblica, in cui le informazioni viaggiano ad una velocità inarrestabile. Non fa eccezione il mondo della ricerca, chiamato a reggere il passo di un mondo sempre più interattivo. Di qui l’affermazione dell’Open access come risposta alle istanze partecipative degli attori reticolari, ciascuno impegnato nella costruzione del dominio pubblico della conoscenza, in cui la proprietà intellettuale si affermi come espressione del riconoscimento pubblico della scienza. Con buona pace dell’autoreferenzialità connaturata all’homo academicus.

Proprietà intellettuale e conoscenza in movimento

LOMBARDINILO, ANDREA
2015-01-01

Abstract

Ad oltre dieci anni di distanza dalla Dichiarazione di Messina, il processo di adozione dell’Open access da parte dei nostri atenei è appena all’inizio, nonostante le Linee guida emanate nel 2013 dalla Crui, che auspica una sinergia tra università che vada al di là della comunione di intenti. Un passaggio opportuno, che implica un cambio di passo del sistema rispetto all’evoluzione del dominio pubblico, dilatatosi con l’avvento delle relazioni “social” e della connettività permanente. La società dei consumi descritta da Baudrillard implica infatti non solo la trasformazione delle modalità di rappresentatività collettiva delle istanze culturali, ma anche il radicale mutamento dell’infrastruttura della sfera pubblica, in cui le informazioni viaggiano ad una velocità inarrestabile. Non fa eccezione il mondo della ricerca, chiamato a reggere il passo di un mondo sempre più interattivo. Di qui l’affermazione dell’Open access come risposta alle istanze partecipative degli attori reticolari, ciascuno impegnato nella costruzione del dominio pubblico della conoscenza, in cui la proprietà intellettuale si affermi come espressione del riconoscimento pubblico della scienza. Con buona pace dell’autoreferenzialità connaturata all’homo academicus.
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