Il centro storico dell’antica città di Yazd è tra i maggiori per estensione e importanza di tutta la Persia. La città di terra – contorniata oggi da una città contemporanea di oltre 600.000 abitanti, presenta oggi notevoli problemi di conservazione e tutela, in ragione della sua estensione, dell’alto grado di abbandono abitativo, dell’estesa vulnerabilità del patrimonio edilizio diffuso, e della carenza di risorse economiche da parte dello Stato, cui si aggiunge anche il progressivo venir meno delle pratiche edilizie tradizionali, le uniche in grado di assicurare la conservazione materiale di tale straordinario patrimonio culturale ed artistico, recentemente riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’Umanità. Singolare, anche se non esente da condizioni problematiche e nodi irrisolti, è allora il caso della presenza, all’interno del centro storico della città, della sede attuale della Scuola di arte e architettura dell’importante ateneo cittadino, già occupante – nella forma di un grande e moderno campus universitario – una vasta area periferica. Una scuola dove si insegna l’architettura, e dove la costruzione dell’architettura avviene a vantaggio del recupero di una parte significativa del complesso storico, grazie alla donazione da parte di alcune famiglie nobiliari, di alcuni palazzi di grande pregio architettonico, non lontano dalla Moschea del Venerdì e dall’area dell’antico Bazaar. Ma qual è il ruolo, la missione e il significato della presenza di una importante istituzione pubblica nel cuore vivo di uno dei centri storici di maggior valore dell’intera nazione iraniana? Quali opportunità, quali elementi di forza, ma anche quali rischi possono scaturire da tale presenza? Quali spazi vanno concessi ad un progetto ben calibrato di recupero e di rivitalizzazione urbana della città per evitare il rischio sempre presente di una progressiva gentrification, e della conseguente perdita dei caratteri originari di una città fino a pochi decenni fa abitata? Cosa apprendere, e cosa innovare, dalle modalità costruttive antiche, all’interno della perenne ricerca dell’architettura persiana come “dispositivo attivo” per l’adeguamento a condizioni climatiche da sempre estreme, e che rischiano di aggravarsi in relazione ai cambiamenti climatici?

Role, mission and meaning of the School of Arts and Architecture in the urban regeneration of the historical center in Yazd

Piero Rovigatti
2019-01-01

Abstract

Il centro storico dell’antica città di Yazd è tra i maggiori per estensione e importanza di tutta la Persia. La città di terra – contorniata oggi da una città contemporanea di oltre 600.000 abitanti, presenta oggi notevoli problemi di conservazione e tutela, in ragione della sua estensione, dell’alto grado di abbandono abitativo, dell’estesa vulnerabilità del patrimonio edilizio diffuso, e della carenza di risorse economiche da parte dello Stato, cui si aggiunge anche il progressivo venir meno delle pratiche edilizie tradizionali, le uniche in grado di assicurare la conservazione materiale di tale straordinario patrimonio culturale ed artistico, recentemente riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’Umanità. Singolare, anche se non esente da condizioni problematiche e nodi irrisolti, è allora il caso della presenza, all’interno del centro storico della città, della sede attuale della Scuola di arte e architettura dell’importante ateneo cittadino, già occupante – nella forma di un grande e moderno campus universitario – una vasta area periferica. Una scuola dove si insegna l’architettura, e dove la costruzione dell’architettura avviene a vantaggio del recupero di una parte significativa del complesso storico, grazie alla donazione da parte di alcune famiglie nobiliari, di alcuni palazzi di grande pregio architettonico, non lontano dalla Moschea del Venerdì e dall’area dell’antico Bazaar. Ma qual è il ruolo, la missione e il significato della presenza di una importante istituzione pubblica nel cuore vivo di uno dei centri storici di maggior valore dell’intera nazione iraniana? Quali opportunità, quali elementi di forza, ma anche quali rischi possono scaturire da tale presenza? Quali spazi vanno concessi ad un progetto ben calibrato di recupero e di rivitalizzazione urbana della città per evitare il rischio sempre presente di una progressiva gentrification, e della conseguente perdita dei caratteri originari di una città fino a pochi decenni fa abitata? Cosa apprendere, e cosa innovare, dalle modalità costruttive antiche, all’interno della perenne ricerca dell’architettura persiana come “dispositivo attivo” per l’adeguamento a condizioni climatiche da sempre estreme, e che rischiano di aggravarsi in relazione ai cambiamenti climatici?
2019
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/734795
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact