Il destino dell'architettura nella seconda metà del Novecento è spesso quello di essere assorbita in un anonimo tessuto urbano, diventando metaforicamente sfondo della vita quotidiana per abitanti di cui è noto solo il monumento. L’Abruzzo non sfugge a questo destino, accentuato dallo sviluppo frenetico della ricostruzione postbellica, che ha progressivamente occupato gli spazi cittadini con un’alta densità edilizia. L'iniziativa del Ministero dei Beni Culturali di censire queste architetture segna il momento della riscoperta fisica di questi manufatti e un primo passo verso la tutela di quelli che non hanno compiuto i cinquant'anni dalla loro costruzione. La ricerca induce alla riscoperta non solo materiale delle opere, che nell'istante della cattura fotografica fissa il carattere dell'architettura, le sue sembianze fisiche cercando di catturare le dimensioni immateriali di ciascuna di esse attraverso l'originale espressione progettuale. Così, l'operazione analitica, grafico-documentaria e fotografica, nella sua dimensione espressiva, segna negli anni un parallelo con il ruolo delle immagini che hanno accompagnato gli elaborati progettuali, ritraendo l'edificio che si mostra, emerge dal tessuto edilizio e si offre come un elemento unico nel palinsesto urbano. Nel confronto tra la rappresentazione originaria, che immaginava la scena urbana in divenire, e l'attuale scatto fotografico, che contestualizza l'ambiente costruito nel contesto reale, possono essere ricondotti agli elementi figurativi volumetrici e spaziali dei progetti e della città contemporanea leggero.

Parallelismi tra immagini d'archivio e fotografie nel patrimonio architettonico abruzzese del secondo dopoguerra _Paralles between archive images and photographs in post-World War II Abruzzo architectural heritage

Caterina Palestini;Giovanni Rasetti
2023-01-01

Abstract

Il destino dell'architettura nella seconda metà del Novecento è spesso quello di essere assorbita in un anonimo tessuto urbano, diventando metaforicamente sfondo della vita quotidiana per abitanti di cui è noto solo il monumento. L’Abruzzo non sfugge a questo destino, accentuato dallo sviluppo frenetico della ricostruzione postbellica, che ha progressivamente occupato gli spazi cittadini con un’alta densità edilizia. L'iniziativa del Ministero dei Beni Culturali di censire queste architetture segna il momento della riscoperta fisica di questi manufatti e un primo passo verso la tutela di quelli che non hanno compiuto i cinquant'anni dalla loro costruzione. La ricerca induce alla riscoperta non solo materiale delle opere, che nell'istante della cattura fotografica fissa il carattere dell'architettura, le sue sembianze fisiche cercando di catturare le dimensioni immateriali di ciascuna di esse attraverso l'originale espressione progettuale. Così, l'operazione analitica, grafico-documentaria e fotografica, nella sua dimensione espressiva, segna negli anni un parallelo con il ruolo delle immagini che hanno accompagnato gli elaborati progettuali, ritraendo l'edificio che si mostra, emerge dal tessuto edilizio e si offre come un elemento unico nel palinsesto urbano. Nel confronto tra la rappresentazione originaria, che immaginava la scena urbana in divenire, e l'attuale scatto fotografico, che contestualizza l'ambiente costruito nel contesto reale, possono essere ricondotti agli elementi figurativi volumetrici e spaziali dei progetti e della città contemporanea leggero.
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