Introduzione Le patologie neoplastiche, oltre a rappresentare la seconda causa di morte nel mondo, sono caratterizzate da quadri clinici complessi, che richiedono nuovi approcci multidisciplinari “communitybased” per soddisfare le esigenze dei pazienti e fronteggiare i limiti delle cure palliative ospedaliere. Un’efficiente integrazione ospedale-territorio infatti, può evitare i cosiddetti “referral tardivi” consentendo l’erogazione di cure palliative precoci, in grado migliorare gli outcomes e la qualità di vita dei pazienti1. Vista l’importanza che riveste la tempestività della presa in carico del paziente, nel valutare e garantire la qualità delle cure palliative, il Ministero della Salute ha identificato alcuni indicatori di verifica ed ha previsto un tempo massimo di attesa fra la segnalazione del caso e l’inizio della presa in carico domiciliare2. Tuttavia, ad oggi, 161 su 312 centri di cure palliative italiane, non rispettato tale indicatore. L’obiettivo del presente studio è quello di verificare il rispetto dello standard ministeriale previsto che richiede la presa in carico dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) entro 3 giorni dalla segnalazione di attivazione con un valore standard ≥ 80%. Lo studio si propone inoltre, di verificare se il medico di medicina generale (MMG) si fa carico dell’assistenza del paziente dalla presa in carico alla gestione delle cure palliative.Metodi Lo studio osservazionale retrospettivo, è stato condotto analizzando le cartelle cliniche dell’anno 2011 dei pazienti afferiti al servizio Assistenza Domiciliare (ADO) dell’Istituto Oncologico Marchigiano (IOM) di Jesi. Per la raccolta dati sono state rilevate le seguenti variabili: età; genere; diagnosi; data di richiesta attivazione e di presa in carico; professionisti coinvolti.Risultati Delle 308 cartelle esaminate, il 52.9% dei pazienti in trattamento erano maschi, con un’età media di 72 (DS 15.3). Tutti i pazienti (100%) sono stati presi in carico entro 3 giorni dalla richiesta di attivazione. Nel 31.2% dei casi l’attivazione è avvenuta entro la prima giornata dalla segnalazione, nel 48% in seconda giornata e nel 20.4% in terza giornata. L’attivazione da parte del MMG è stata effettuata per il 75% dei pazienti in trattamento. Tuttavia, solo il 25.3% ha continuato ad essere seguito dal MMG durante il percorso clinico-assistenziale. Il 49.7% dei pazienti, nonostante l’attivazione delle cure domiciliari fosse stata effettuata dal MMG, ha visto l’intervento di medici specialisti o di altre strutture ospedaliere, soprattutto per la gestione della terapia antalgica.Conclusioni Il risultati dello studio evidenziano una tempestiva presa in carico del paziente nelle cure palliative oncologiche nella realtà marchigiana che, insieme alla continuità assistenziale, potrebbe giocare un ruolo determinante nell’evitare il ricorso a ricoveri frequenti/inappropriati. Inoltre, si evince come il MMG ricorra spesso al supporto di altri specialisti, soprattutto per la palliazione. A tal proposito, sarebbe auspicabile l’implementazione di protocolli diagnostico-terapeutici condivisi per la gestione del dolore. Un altro aspetto da considerare che potrebbe rendere difficile per il MMG la gestione del paziente in fase terminale è l’orario dell’attività ambulatoriale: soprattutto di notte e nei giorni festivi, sono le altre figure professionali a farsi carico del paziente. Solo attraverso una ottimale integrazione tra ospedale e territorio e il funzionamento di un team multidisciplinare 24 ore su 24, si potranno garantire l’erogazione di cure con criteri di appropriatezza e di qualità, umanizzare l’assistenza al paziente, riequilibrare i livelli di assistenza e ottimizzare le risorse a disposizione garantendo con continuità la centralità del paziente.Bibliografia 1. Kamal AH, Bull J, Kavalieratos D, Taylor DH Jr, Downey W, Abernethy AP. Palliative care needs of patients with cancer living in the community. J Oncol Pract. 2011;7(6):382-8. 2. Decreto Ministeriale 22 febbraio 2007, n. 43. Regolamento recante: definizione degli standard relativi all’assistenza ai malati terminali in trattamento palliativo in attuazione dell’articolo 1, comma 169 della Legge 30 dicembre 2004, n. 311, disponibile al sito: http://www.ipasvi.it/archivio_news/leggi/309/DM220207n43.pdf, visitato il 22 maggio (2013).

LA TEMPESTIVITÀ DELLA PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE NELLE CURE PALLIATIVE ONCOLOGICHE, IL RUOLO ED IL COINVOLGIMENTO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE

Cicolini G
2013-01-01

Abstract

Introduzione Le patologie neoplastiche, oltre a rappresentare la seconda causa di morte nel mondo, sono caratterizzate da quadri clinici complessi, che richiedono nuovi approcci multidisciplinari “communitybased” per soddisfare le esigenze dei pazienti e fronteggiare i limiti delle cure palliative ospedaliere. Un’efficiente integrazione ospedale-territorio infatti, può evitare i cosiddetti “referral tardivi” consentendo l’erogazione di cure palliative precoci, in grado migliorare gli outcomes e la qualità di vita dei pazienti1. Vista l’importanza che riveste la tempestività della presa in carico del paziente, nel valutare e garantire la qualità delle cure palliative, il Ministero della Salute ha identificato alcuni indicatori di verifica ed ha previsto un tempo massimo di attesa fra la segnalazione del caso e l’inizio della presa in carico domiciliare2. Tuttavia, ad oggi, 161 su 312 centri di cure palliative italiane, non rispettato tale indicatore. L’obiettivo del presente studio è quello di verificare il rispetto dello standard ministeriale previsto che richiede la presa in carico dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) entro 3 giorni dalla segnalazione di attivazione con un valore standard ≥ 80%. Lo studio si propone inoltre, di verificare se il medico di medicina generale (MMG) si fa carico dell’assistenza del paziente dalla presa in carico alla gestione delle cure palliative.Metodi Lo studio osservazionale retrospettivo, è stato condotto analizzando le cartelle cliniche dell’anno 2011 dei pazienti afferiti al servizio Assistenza Domiciliare (ADO) dell’Istituto Oncologico Marchigiano (IOM) di Jesi. Per la raccolta dati sono state rilevate le seguenti variabili: età; genere; diagnosi; data di richiesta attivazione e di presa in carico; professionisti coinvolti.Risultati Delle 308 cartelle esaminate, il 52.9% dei pazienti in trattamento erano maschi, con un’età media di 72 (DS 15.3). Tutti i pazienti (100%) sono stati presi in carico entro 3 giorni dalla richiesta di attivazione. Nel 31.2% dei casi l’attivazione è avvenuta entro la prima giornata dalla segnalazione, nel 48% in seconda giornata e nel 20.4% in terza giornata. L’attivazione da parte del MMG è stata effettuata per il 75% dei pazienti in trattamento. Tuttavia, solo il 25.3% ha continuato ad essere seguito dal MMG durante il percorso clinico-assistenziale. Il 49.7% dei pazienti, nonostante l’attivazione delle cure domiciliari fosse stata effettuata dal MMG, ha visto l’intervento di medici specialisti o di altre strutture ospedaliere, soprattutto per la gestione della terapia antalgica.Conclusioni Il risultati dello studio evidenziano una tempestiva presa in carico del paziente nelle cure palliative oncologiche nella realtà marchigiana che, insieme alla continuità assistenziale, potrebbe giocare un ruolo determinante nell’evitare il ricorso a ricoveri frequenti/inappropriati. Inoltre, si evince come il MMG ricorra spesso al supporto di altri specialisti, soprattutto per la palliazione. A tal proposito, sarebbe auspicabile l’implementazione di protocolli diagnostico-terapeutici condivisi per la gestione del dolore. Un altro aspetto da considerare che potrebbe rendere difficile per il MMG la gestione del paziente in fase terminale è l’orario dell’attività ambulatoriale: soprattutto di notte e nei giorni festivi, sono le altre figure professionali a farsi carico del paziente. Solo attraverso una ottimale integrazione tra ospedale e territorio e il funzionamento di un team multidisciplinare 24 ore su 24, si potranno garantire l’erogazione di cure con criteri di appropriatezza e di qualità, umanizzare l’assistenza al paziente, riequilibrare i livelli di assistenza e ottimizzare le risorse a disposizione garantendo con continuità la centralità del paziente.Bibliografia 1. Kamal AH, Bull J, Kavalieratos D, Taylor DH Jr, Downey W, Abernethy AP. Palliative care needs of patients with cancer living in the community. J Oncol Pract. 2011;7(6):382-8. 2. Decreto Ministeriale 22 febbraio 2007, n. 43. Regolamento recante: definizione degli standard relativi all’assistenza ai malati terminali in trattamento palliativo in attuazione dell’articolo 1, comma 169 della Legge 30 dicembre 2004, n. 311, disponibile al sito: http://www.ipasvi.it/archivio_news/leggi/309/DM220207n43.pdf, visitato il 22 maggio (2013).
2013
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