INTRODUZIONE: Negli ultimi decenni, le innovazioni diagnostiche e terapeutiche hanno contribuito ad un aumento della sopravvivenza dei malati oncologici, determinando cambiamenti nei modelli di presa in carico a favore di una maggiore diffusione sul territorio delle attività di follow-up e terapie di mantenimento. La possibilità di controllare per lunghi periodi la malattia produce naturalmente un aumento nel ricorso ai servizi assistenziali, anche di bassa complessità, per il mantenimento e miglioramento dell’aspettativa e della qualità di vita. La finalità dei modelli di oncologia diffusa è quella di aumentare i setting a disposizione legittimati ad accogliere il paziente oncologico, migliorando l’appropriatezza delle cure. MATERIALI E METODI: È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo relativo alle richieste dei prelievi ematologici, dei pazienti oncologici afferenti alla UOC Area Distrettuale Pescara (sede di Pescara Nord). Sono stati analizzati i dati di attività del centro prelievi riservato ai pazienti oncologici, da gennaio 2022 ad aprile 2024, nel territorio dell’ASL PE203. Il campione di popolazione è stato stratificato per ASL di appartenenza e per classi di età, queste ultime suddivise in decadi. RISULTATI: Nel periodo di osservazione sono stati presi in carico 2896 pazienti. Del totale degli assistiti presi in carico, 1721 pazienti provenivano dalla ASL di Pescara (59,4%). La classe d’età più rappresentativa comprendeva la decade tra i 70 e gli 80 anni (33,5%). Le patologie più frequenti erano neoplasie ematologiche, specificamente linfomi non Hodgkin, leucemie croniche e mielomi multipli. CONCLUSIONI : Portare le cure vicino al paziente oncologico significa ridurre il rischio di esporlo al cosiddetto “travel burden”, migliorando la sua esperienza di cura, a livello complessivo e la sua compliance. Pertanto si attua una vera e propria umanizzazione delle cure, che consiste nella prossimità, nella vicinanza al bisogno e nella considerazione di quest’ultimo secondo diverse prospettive (economica, sociale, clinica). Per i pazienti oncologici cronicizzati, la prossimità delle cure risulta sempre più determinante nel garantire migliori outcome e qualità di vita sia ai pazienti che ai propri caregiver, nonché per garantire una sanità più equa e sostenibile. Non si tratta di uno “sdoppiamento” delle cure oncologiche (centro verso periferia), ma di definire un nuovo percorso di cura, integrato, che consista in un continuum tra ospedale e territorio, guidato da un gruppo multidisciplinare e multi-professionale che ne curi la regia.
MEDICINA DI PROSSIMITA’ ONCOEMATOLOGICA: MODELLO ORGANIZZATIVO DEL DISTRETTO SANITARIO DI PESCARA NORD
G. DI MARTINO;R. DI BIAGIO
2024-01-01
Abstract
INTRODUZIONE: Negli ultimi decenni, le innovazioni diagnostiche e terapeutiche hanno contribuito ad un aumento della sopravvivenza dei malati oncologici, determinando cambiamenti nei modelli di presa in carico a favore di una maggiore diffusione sul territorio delle attività di follow-up e terapie di mantenimento. La possibilità di controllare per lunghi periodi la malattia produce naturalmente un aumento nel ricorso ai servizi assistenziali, anche di bassa complessità, per il mantenimento e miglioramento dell’aspettativa e della qualità di vita. La finalità dei modelli di oncologia diffusa è quella di aumentare i setting a disposizione legittimati ad accogliere il paziente oncologico, migliorando l’appropriatezza delle cure. MATERIALI E METODI: È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo relativo alle richieste dei prelievi ematologici, dei pazienti oncologici afferenti alla UOC Area Distrettuale Pescara (sede di Pescara Nord). Sono stati analizzati i dati di attività del centro prelievi riservato ai pazienti oncologici, da gennaio 2022 ad aprile 2024, nel territorio dell’ASL PE203. Il campione di popolazione è stato stratificato per ASL di appartenenza e per classi di età, queste ultime suddivise in decadi. RISULTATI: Nel periodo di osservazione sono stati presi in carico 2896 pazienti. Del totale degli assistiti presi in carico, 1721 pazienti provenivano dalla ASL di Pescara (59,4%). La classe d’età più rappresentativa comprendeva la decade tra i 70 e gli 80 anni (33,5%). Le patologie più frequenti erano neoplasie ematologiche, specificamente linfomi non Hodgkin, leucemie croniche e mielomi multipli. CONCLUSIONI : Portare le cure vicino al paziente oncologico significa ridurre il rischio di esporlo al cosiddetto “travel burden”, migliorando la sua esperienza di cura, a livello complessivo e la sua compliance. Pertanto si attua una vera e propria umanizzazione delle cure, che consiste nella prossimità, nella vicinanza al bisogno e nella considerazione di quest’ultimo secondo diverse prospettive (economica, sociale, clinica). Per i pazienti oncologici cronicizzati, la prossimità delle cure risulta sempre più determinante nel garantire migliori outcome e qualità di vita sia ai pazienti che ai propri caregiver, nonché per garantire una sanità più equa e sostenibile. Non si tratta di uno “sdoppiamento” delle cure oncologiche (centro verso periferia), ma di definire un nuovo percorso di cura, integrato, che consista in un continuum tra ospedale e territorio, guidato da un gruppo multidisciplinare e multi-professionale che ne curi la regia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.